Questa patologia si manifesta quando la pressione sanguigna nelle arterie è costantemente più alta del normale. I valori di riferimento considerano normale una pressione arteriosa sistolica inferiore a 120 mmHg e una diastolica inferiore a 80 mmHg. Quando questi valori superano costantemente i 140/90 mmHg, si parla di ipertensione, una condizione che richiede attenzione medica.
Il problema principale dell’ipertensione è che molte persone non si accorgono di averla fino a quando non emergono complicanze. Per questo motivo, è fondamentale sottoporsi a controlli regolari, specialmente se si hanno fattori di rischio come età avanzata, familiarità con la malattia, obesità, stress e uno stile di vita poco sano.
Cause e fattori di rischio dell’ipertensione
L’ipertensione può avere diverse cause, spesso legate a una combinazione di fattori genetici e ambientali. Una delle principali cause è lo stile di vita sedentario, che contribuisce all’aumento del peso corporeo e alla ridotta efficienza del sistema cardiovascolare. Anche una dieta ricca di sodio, grassi saturi e zuccheri può favorire l’aumento della pressione arteriosa, alterando l’equilibrio idrico dell’organismo e aumentando il carico sul cuore.
Lo stress cronico gioca un ruolo significativo nell’innalzamento della pressione. Quando il corpo è sottoposto a situazioni di tensione prolungata, rilascia ormoni come l’adrenalina e il cortisolo, che possono provocare un aumento temporaneo della pressione sanguigna. Se lo stress diventa costante, questo meccanismo può portare a ipertensione persistente.
Altri fattori di rischio includono il consumo eccessivo di alcol e tabacco. Il fumo, in particolare, danneggia le pareti arteriose, rendendole meno elastiche e aumentando la resistenza al flusso sanguigno. Anche l’eccesso di alcol può contribuire ad alterare il metabolismo dei grassi e a influire negativamente sulla regolazione della pressione.
L’età e la predisposizione genetica sono altri elementi da considerare. Con l’avanzare dell’età, i vasi sanguigni tendono a perdere elasticità, rendendo più difficile il flusso sanguigno e aumentando il rischio di ipertensione. Se in famiglia ci sono già casi di pressione alta, è più probabile sviluppare la condizione nel corso della vita.
Sintomi dell’ipertensione: come riconoscerla
Uno dei motivi per cui l’ipertensione viene definita un “killer silenzioso” è la mancanza di sintomi evidenti nelle fasi iniziali. Molte persone convivono con valori di pressione elevati per anni senza accorgersene, aumentando inconsapevolmente il rischio di danni a cuore, reni e cervello.
Quando i sintomi si manifestano, possono includere mal di testa persistente, vertigini, affaticamento, visione offuscata e palpitazioni. In alcuni casi, possono comparire anche difficoltà respiratorie, dolore toracico e sangue dal naso. Tuttavia, questi segnali spesso compaiono solo quando l’ipertensione ha già causato danni agli organi interni.
Per questo motivo, la misurazione regolare della pressione è l’unico modo efficace per diagnosticare precocemente il problema e intervenire prima che si sviluppino complicazioni. Controllare la pressione con regolarità, soprattutto dopo i 40 anni o in presenza di fattori di rischio, è una pratica fondamentale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Complicanze dell’ipertensione non trattata
Se non trattata adeguatamente, l’ipertensione può portare a conseguenze molto serie. Il cuore è uno degli organi più colpiti, poiché deve lavorare con maggiore intensità per pompare il sangue contro una resistenza più elevata. Questo può portare all’ipertrofia ventricolare sinistra, una condizione in cui il muscolo cardiaco si ispessisce, aumentando il rischio di insufficienza cardiaca.
Il cervello è un altro organo vulnerabile. L’ipertensione non controllata aumenta significativamente il rischio di ictus, poiché può causare la rottura di vasi sanguigni o la formazione di coaguli che bloccano l’afflusso di sangue. Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che la pressione alta può accelerare il declino cognitivo e aumentare il rischio di demenza.
Anche i reni possono subire danni a causa dell’ipertensione. L’elevata pressione nei vasi sanguigni renali può compromettere la capacità di filtrare le tossine dal sangue, portando all’insufficienza renale cronica. In alcuni casi, i pazienti con ipertensione avanzata devono sottoporsi a dialisi o a trapianto di rene.
Quando rivolgersi a uno specialista
Se la pressione arteriosa risulta elevata in più misurazioni consecutive o se si manifestano sintomi sospetti, è fondamentale consultare un medico. Un cardiologo o un internista possono valutare il quadro clinico e prescrivere esami specifici per individuare la causa dell’ipertensione e determinare il trattamento più adatto.
In alcuni casi, può essere necessario effettuare esami di laboratorio, ecografie cardiache o monitoraggi della pressione nelle 24 ore per ottenere una valutazione più dettagliata. La terapia varia a seconda della gravità della condizione e può includere modifiche dello stile di vita, farmaci antipertensivi e programmi di controllo regolari.
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