I Carabinieri del NAS di Latina hanno scoperto un centro estetico in cui venivano eseguiti trattamenti estetici invasivi senza alcuna abilitazione medica. Il “medico” che effettuava i trattamenti effettuava valutazioni cliniche, diagnosi e iniezioni di filler e botox, senza aver mai conseguito i titoli necessari per l’esercizio di tale attività.
Pratiche mediche esercitate abusivamente a prezzi stracciati
L’indagata adottava in tutto e per tutto le pratiche tipiche di un medico estetico, pur non essendolo.
Prima di procedere con i trattamenti, faceva compilare ai clienti una scheda sanitaria per raccogliere informazioni su eventuali patologie, allergie o farmaci assunti. Tale attività è però riservata esclusivamente ai professionisti sanitari.
Le tariffe che il centro offriva, pubblicizzate attraverso siti web e social network, erano nettamente inferiori rispetto a quelle dei medici qualificati.
Esercizio abusivo della professione medica: i rischi per la salute
L’esercizio abusivo della professione medica non è soltanto un reato di per sé, ma è soprattuto un comportamento illecito che espone ad un grave rischio per la salute dei pazienti.
La somministrazione non controllata da parte di personale medico qualificato di sostanze come botox e filler, infatti, può avere gravi conseguenze. Può provocare reazioni avverse, infezioni e complicazioni permanenti, con esiti gravi, laddove non fatali, per i pazienti.
Le autorità esortano chiunque si sia sottoposto a trattamenti presso la struttura a segnalare eventuali problemi riscontrati e a verificare sempre le qualifiche dei professionisti a cui si affidano per interventi di natura medica.
Posto sotto sequestro il centro di medicina estetica di Latina
L’indagata è stata deferita all’Autorità Giudiziaria per violazione dell’articolo 348 del Codice Penale, che punisce l’esercizio abusivo di una professione regolamentata.
La Procura della Repubblica di Latina ha emesso un decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza della struttura utilizzata, il cui valore è stato stimato in circa 500.000 euro, decreto che è stato successivamente convalidato dal Gip.
Il chirurgo plastico che operava anche a Latina indagato per la morte di una ragazza
Lo scorso mese di novembre la Procura di Roma ha avviato un indagine per omicidio colposo in relazione alla morte di una 22enne morta durante un intervento di rinoplastica in un ambulatorio di un centro medico di Roma.
Il chirurgo plastico indagato operava anche a Latina, dove aveva uno studio medico presso la Torre Pontina.
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Perché non possiamo fare nomi
Le autorità NON hanno reso noto il nome delle persone e della struttura coinvolte. Il procedimento si trova infatti nella fase delle indagini preliminari e per l’indagata vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art 27 della Costituzione.
Per qualsiasi indagato vige la presunzione di innocenza, almeno fino al termine dei gradi di giudizio previsti dal nostro ordinamento. Cioè, senza una condanna definitiva non si può indicare alcuno come colpevole.