Due progetti riguarderanno il lago Albano, mentre un terzo, ancora avvolto dal riserbo, interesserà il lago di Nemi. I finanziamenti saranno gestiti direttamente dai comuni di Castel Gandolfo e di Nemi, in qualità di soggetti attuatori.
L’importo dei lavori dovrebbe aggirarsi attorno ai 10 milioni di euro totali.
Almeno questo è quanto ha rivelato nel corso del Consiglio comunale di Castel Gandolfo dello scorso 27 febbraio dal sindaco Alberto de Angelis.
Tuttavia, la scarsa trasparenza sui dettagli delle iniziative ha sollevato perplessità tra i cittadini e le associazioni ambientaliste, che chiedono maggiore chiarezza sulle misure previste e i possibili impatti ambientali.
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Lago Albano: due progetti da 7,5 milioni di euro
Le due iniziative per il lago Albano di Castel Gandolfo, del valore complessivo di 7,5 milioni di euro, sono già state sottoposte al Ministero dell’Ambiente per l’approvazione e il finanziamento.
L’obiettivo è contrastare l’abbassamento del livello idrometrico e ridurre il prelievo idrico per l’approvvigionamento dei comuni limitrofi.
Ad oggi, infatti, ben dieci comuni attingono all’acqua del lago Albano per il tramite di Acea, tra cui Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Frascati, Rocca Priora e altri.
Progetti ancora inaccessibili alla cittadinanza
Nonostante l’importanza delle opere previste, i dettagli tecnici dei progetti non sono ancora stati resi pubblici.
La mancanza di trasparenza ha generato un crescente malcontento tra i residenti e le associazioni locali, come Grottaferrata Sostenibile, l’unica realtà che ha continuato ad informare i cittadini sul reale abbassamento del livello del lago Albano.
L’associazione chiede di poter visionare e discutere le misure previste prima della loro attuazione.
La principale preoccupazione riguarda i possibili rischi ambientali legati alla gestione delle acque piovane e reflue, nonché le conseguenze di lungo termine per l’ecosistema lacustre.
Il recupero delle acque piovane dal Monte Cavo
Il primo progetto per il lago Albano prevede la raccolta e il convogliamento delle acque piovane provenienti dal Monte Cavo, nel comune di Rocca di Papa.
Attualmente, queste precipitazioni si disperdono in modo non regolato, senza apportare benefici al bacino idrico.
L’idea alla base dell’intervento è quella di intercettare tali acque, sottoporle a depurazione e reimmetterle nel lago, contribuendo così a compensare la perdita idrica causata dall’evaporazione e dal prelievo per uso civile.
Il trattamento delle acque reflue circumlacuali
Il secondo progetto, sempre relativo al lago Albano, riguarda la gestione delle acque reflue raccolte dalla rete fognaria che circonda lo specchio d’acqua.
L’obiettivo è trattare queste acque e renderle riutilizzabili, riducendo il ricorso all’estrazione dalle falde acquifere.
Si tratta di un’operazione complessa, che richiederà sistemi di filtraggio e depurazione avanzati per garantire che le acque trattate rispettino gli standard di qualità ambientale e non comportino rischi per la biodiversità del lago.
Dibattito aperto sulla sostenibilità ambientale
Nonostante le intenzioni positive, i progetti sollevano interrogativi tra gli esperti del settore.
In particolare si teme che le acque piovane raccolte possano trasportare inquinanti come idrocarburi, microplastiche e metalli pesanti, con il rischio di alterare ulteriormente l’ecosistema del lago.
Per questo motivo, le associazioni ambientaliste insistono sulla necessità di un confronto pubblico e di studi approfonditi prima dell’avvio dei lavori.
Il misterioso progetto per il lago di Nemi
Mentre per il lago Albano sono stati diffusi alcuni dettagli, il terzo progetto, destinato al lago di Nemi, rimane ancora avvolto nel riserbo.
Non sono stati forniti elementi sugli obiettivi e modalità. Questo silenzio ha alimentato ulteriormente le richieste di trasparenza da parte della comunità locale, che teme interventi poco sostenibili o potenzialmente dannosi per il fragile equilibrio dell’area.
Una sfida per il futuro dei laghi dei Castelli Romani
I laghi Albano e di Nemi rappresentano un patrimonio naturale e idrico fondamentale per il territorio dei Castelli Romani.
La loro salvaguardia richiede interventi mirati, ma che devono essere condivisi con la cittadinanza.
La trasparenza e il coinvolgimento della comunità saranno elementi chiave per garantire che i progetti in corso siano realmente efficaci, rispettosi dell’ambiente e riescano ad inserirsi senza problemi nelle comunità.
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