La Commissione Toponomastica, presieduta dal consigliere comunale Roberto Belvisi, ha accolto favorevolmente la proposta di intitolare un tratto di pista ciclabile sul lungomare di Latina alla patrona della città Santa Maria Goretti.
Il tratto da intitolare a Santa Maria Goretti è quello compreso tra strada Casilina sud e Foce verde (ex passeggiata Portoghesi).
La scelta di intitolare la ciclabile sul lungomare di Latina a Santa Maria Goretti
L’intitolazione vuole essere un tributo alla santa quale esempio di forza, perdono e resilienza, simbolo di vittima di femminicidio, nonché tributo a tutte le donne che subiscono violenza. Vuole anche essere un tributo a personaggi protagonisti della storia del territorio pontino.
«Questo il messaggio che, su proposta dell’assessore Gianluca Di Cocco, l’Amministrazione comunale di Latina si impegna a valorizzare attraverso la figura della patrona della città, e vittima di femminicidio, condividendo la progettualità con l’associazione Centro Donna Lilith che da anni si batte sul territorio contro la violenza di genere», spiega il Comune.
«Il Comune di Latina ancora una volta dimostra una profonda sensibilità rispetto a determinati temi, come quello di intitolare nel ricordo, nel monito e nella sensibilizzazione, tratti di strada a personaggi che sono da esempio e modello per creare una società migliore. La scelta caduta sulla piccola Maria Goretti, poi canonizzata, è una testimonianza di ricordare i protagonisti della storia di questo territorio e della volontà dell’amministrazione comunale di essere particolarmente attenta rispetto a certi argomenti» ha sottolineato Roberto Belvisi.
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Le strade di Latina intitolate a donne: molto poche
Il Comune di Latina ha dunque accolto la proposta di intitolare la pista ciclabile sul lungomare a Maria Goretti, una figura femminile.
Un passo avanti, rispetto all’esigua rappresentanza che le donne hanno nella toponomastica del capoluogo pontino.
L’associazione Toponomastica Femminile conduce dal 2012 un censimento nazionale delle strade con l’obiettivo di segnalare l’evidente divario di genere esistente nella toponomastica, non soltanto nazionale.
Secondo i dati dell’associazione, a Latina su 1359 strade, 553 sono intitolate a uomini e soltanto 20 portano nomi femminili. E se si tolgono dal computo i personaggi mitologici, le sante e i nomi femminili generici, nella toponomastica di Latina le donne “reali” hanno una ben scarsa rappresentanza: Lelia Caetani, Lucia Scaravelli, Ada Negri, Anna Celli, Anna Sellan, Grazia Deledda, Matilde Serao.
Per appianare il divario (ma la strada è molto lunga), Latina ha manifestato interesse per l’iniziativa lanciata dall’Anci, “8 marzo, 3 donne, 3 strade”, promossa proprio dall’associazione Toponomastica Femminile.
Si tratta di un’iniziativa che invita i Comuni a celebrare la giornata della donna impegnandosi a dedicare le prossime tre aree di circolazione (automobilistica, pedonale, ciclabile) a tre figure femminili: una di rilevanza locale, una nazionale, una straniera.
Tra le varie proposte pervenute nella Commissione Toponomastica a Latina per le prossime intitolazioni sono dunque spuntati vari nomi di donne. Tra questi: Oriana Fallaci, Emma Strada, Maria Montessori, Eileen Maud O’Shaughnessy (scrittrice, moglie di Orwell), Sibilla Aleramo, Radia Perlman (nota come la “madre di Internet”), Carolyn Bertozzi (Premio Nobel per la Chimica 2022).
Non sono mancate inoltre proposte di intitolazioni collettive, quali le vittime delle marocchinate o le donne vittime del lavoro.
Se si guarda all’altra grande città della provincia di Latina, Aprilia, la situazione è ugualmente sconfortante. Su 844 vie, Aprila ne ha intitolate a figure femminili solo 15. E 5 di loro sono donne mai esistite!
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Chi è Maria Goretti
Santa Maria Goretti, patrona della Città di Latina, nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890, primogenita di Luigi Goretti e Assunta Carlini, braccianti agricoli.
La famiglia si trasferì in Agro Pontino alla ricerca di migliori opportunità di lavoro. Dovette affrontare numerose difficoltà legate anche ad un territorio insidioso come quello malarico. Il 5 luglio 1902 Maria fu vittima di una brutale aggressione da parte del giovane vicino di casa, Alessandro Serenelli, il quale tentò abusarla.
Durante l’aggressione Maria Goretti si oppose strenuamente per difendere la propria dignità ed i suoi valori. L’aggressore però la colpì ripetutamente con un’arma da taglio, causandole gravi ferite che la condussero alla morte.
Prima di morire, la giovane espresse la volontà di concedere il perdono al suo aggressore, divenendo così simbolo di coraggio, forza interiore e speranza.
Maria Goretti fu canonizzata il 24 giugno 1950 da Papa Pio XII ed oggi rappresenta un esempio di resilienza, che ispira giovani e adulti nel combattere ogni forma di violenza e nel promuovere il rispetto per la dignità umana. È oggi anche considerata un simbolo delle vittime di femminicidio.
Il culto di Santa Maria Goretti è rappresentato dal simbolo del Giglio Rosso di Corinaldo.