È la storia di un uomo di Latina, del quale non faremo nomi, che si è rivolto al tribunale amministrativo per impugnare il provvedimento di confisca definitiva della casa datato 2018, dopo il sequestro avvenuto nel 2016 e la confisca nel 2017.
Eppure l’uomo non ha intenzione di andarsene dalla casa di Latina e ha fatto ha fatto causa all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata contro la disposizione con cui l’abitazione gli veniva confiscata.
Il motivo? C’è un giudizio pendente alla corte europea dei diritti umani e soprattutto perché ancora non c’è una destinazione ufficiale per quell’immobile.
La decisione del tribunale sulla casa di Latina confiscata
Tuttavia il tribunale è stato irremovibile. Si legge nella sentenza:
“L’ordinanza di sgombero è riconducibile all’esercizio di un potere vincolato e costituisce un “atto dovuto”, strettamente consequenziale rispetto alla confisca definitiva dei beni, da cui consegue un istantaneo trasferimento a titolo originario in favore del patrimonio dello Stato del bene che ne costituisce l’oggetto.”
Non solo: “La confisca mira a sottrarre definitivamente il bene dal circuito economico di origine per inserirlo in un altro circuito, esente da condizionamenti criminali, ed evitare che il soggetto destinatario del provvedimento di sequestro venda, attraverso prestanomi, l’immobile per riversare nel circuito criminale i proventi della vendita dei suddetti beni”.
“Nessun obbligo di motivazione”
Si legge ancora nella sentenza:
“Ne consegue che l’ordinanza di sgombero costituisce esercizio necessitato di un potere autoritativo, dovendo l’Agenzia comunque assicurare al patrimonio indisponibile dello Stato i beni stessi per la successiva destinazione a finalità istituzionali e sociali, sottraendoli ai soggetti nei confronti dei quali è stata applicata, in via definitiva, la misura patrimoniale”.
Ciò comporta che “non sussiste alcun obbligo di motivazione in capo all’Agenzia nel disporre il provvedimento di sgombero dell’immobile confiscato”.
La casa, insomma, deve essere liberata all’istante.
Leggi anche: Latina, 22 milioni di euro restituiti al clan per colpa della giustizia lenta