Con una delibera l’amministrazione marinese aveva invocato il principio di precauzione, ordinando verifiche stringenti da parte dell’ARPA (Agenzia Regionale di Protezione Ambientale) del Lazio prima di concedere autorizzazioni per le antenne di nuova generazione sul territorio comunale.
Fastweb, operatore di telecomunicazioni interessato all’espansione della rete, ha presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio contro la delibera, contestandone la legittimità e ritenendo il provvedimento comunale un ostacolo ingiustificato allo sviluppo tecnologico.
Marino, le motivazioni del ricorso di Fastweb contro il Comune
Fastweb ha presentato numerosi rilievi giuridici, evidenziando l’eccesso di potere del Comune di Marino. Secondo l’azienda, il divieto generalizzato imposto risultava illegittimo, poiché non supportato da evidenze scientifiche che dimostrassero un pericolo per la salute pubblica.
Inoltre, la società ha sottolineato che la normativa nazionale ed europea già prevede limiti di esposizione ai campi elettromagnetici. Garantendo così la tutela dei cittadini senza necessità di ulteriori restrizioni locali.
Un altro punto centrale del ricorso riguardava la violazione del principio di concorrenza: il blocco deciso dal Comune di Marino avrebbe danneggiato gli operatori, rallentando la digitalizzazione del territorio.
Il verdetto dei giudici sulle antenne 5G
Dopo un lungo iter processuale, il TAR ha accolto il ricorso di Fastweb, annullando la delibera comunale.
I giudici hanno ribadito che le competenze in materia di regolamentazione dei limiti di emissione spettano esclusivamente allo Stato, non ai singoli Comuni.
La sentenza ha inoltre sottolineato che il principio di precauzione può essere invocato solo in presenza di dati scientifici oggettivi che dimostrino un rischio concreto per la salute.
In assenza di tali evidenze, il Tribunale ha ritenuto che il blocco imposto dal Comune di Marino è privo di fondamento giuridico e quindi illegittimo.
Le conseguenze della sentenza
Con la decisione del Tribunale, il Comune di Marino è stato costretto a rivedere la propria posizione, riaprendo le porte all’installazione della rete 5G sul territorio.
La sentenza potrebbe avere un impatto anche su altre amministrazioni locali che hanno adottato provvedimenti simili, creando un precedente giuridico chiaro.
L’esito della vicenda evidenzia la complessità della regolamentazione delle nuove tecnologie e il delicato equilibrio tra innovazione, diritto ad avere un segnale ricevibile dal proprio telefonino, tutela della salute e rispetto delle leggi nazionali ed europee.
Il Comune di Marino potrebbe ora presentare ricorso al Consiglio di Stato, ultimo grado della giustizia amministrativa, La cosa sembra però piuttosto improbabile, viste le motivazioni chiarite nella sentenza del TAR.
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