Prosegue il confronto sulla situazione critica dei laghi del Lazio. Presso la Commissione Tutela del territorio del Lazio, presieduta dal consigliere regionale Nazzareno Neri, si è svolto un secondo ciclo di audizioni con amministratori e associazioni per affrontare le emergenze idriche anche dei bacini dei Castelli Romani.
Dopo il primo incontro del 25 marzo, dedicato alle province di Latina, Frosinone e Viterbo, questa volta l’attenzione si è concentrata sull’Area metropolitana di Roma Capitale, ivi incluso il problema dei laghi Albano e Nemi.
Crisi idrica sui laghi dei Castelli Romani: rivedere i progetti salva-acqua
Tra gli interventi in agenda quello del Coordinamento Ambientalista dei Castelli Romani, che ha sollevato forti perplessità sui tre progetti “salva-laghi”, recentemente resi noti, relativi al lago Albano di Castel Gandolfo e di Nemi.
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Questi prevedono l’invio di acqua depurata proveniente dai reflui urbani e dalle strade circostanti il bacino direttamente nei laghi.
Una soluzione che, secondo gli ambientalisti, non solo non risolverebbe il problema, ma rischierebbe di alterare gravemente l’ecosistema lacustre.
L’acqua recuperata, infatti, pur essendo un’importante risorsa, non è adatta a essere immessa direttamente nei laghi, poiché potrebbe comprometterne l’equilibrio biochimico.
Ai Castelli Romani 10 Comuni si bevono il lago Albano
Una delle richieste principali avanzate dagli ambientalisti riguarda il blocco dell’aumento del prelievo di acqua dal Lago Albano per il Comune di Ariccia.
Secondo i comitati, questa operazione potrebbe aggravare la crisi idrica e causare un dissesto idrogeologico, a causa del taglio del bosco necessario per il nuovo acquedotto.
Al momento, è utile ricordarlo, l’acqua del Lago Albano viene però utilizzata quotidianamente da Acea per dissetare non solo i comuni limitrofi di Albano, Ariccia e Castel Gandolfo, ma anche Frascati, Rocca Priora, Monte Porzio, Montecompatri, Zagarolo, Colonna e Palestrina.
Ma certo Ariccia ha chiesto un aumento dei prelievi, la scorsa estate, con un progetto avversato da cittadini e associazioni.
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Le associazioni, nel corso dell’audizione in Regione Lazio, hanno sollecitato i Comuni di Albano Laziale e Castel Gandolfo a rivedere i progetti salva-acqua e a concentrarsi su strategie alternative per il risparmio idrico e la gestione sostenibile delle risorse.
Una soluzione ancora lontana per i laghi dei Castelli
La crisi idrica del Lago Albano resta un problema complesso, su cui la politica e le istituzioni sono chiamate a intervenire con decisioni efficaci e sostenibili.
La tutela dei laghi del Lazio passa attraverso un uso consapevole delle risorse e una gestione attenta che eviti interventi dannosi per l’ecosistema.
Il dibattito in Regione Lazio proseguirà nelle prossime settimane, con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise che possano preservare uno dei patrimoni naturali più importanti del territorio.
Criticata la gestione dei consumi idrici che si riflette sulla vita dei laghi
I consiglieri regionali intervenuti hanno espresso preoccupazione per la gestione del consumo d’acqua nella regione.
Michela Califano (Pd) ha proposto la creazione di una cabina di regia regionale per affrontare le criticità emerse.
Mentre Alessandra Zeppieri (Polo Progressista) ha puntato il dito contro l’eccessivo consumo idrico e la necessità di limitare nuove edificazioni.
Adriano Zuccalà (M5s) ha evidenziato il contrasto tra le discussioni sulla tutela idrica e le proposte di legge che ampliano le possibilità di nuove costruzioni anche in aree agricole.
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