L’area è caratterizzata da un ambiente costiero di notevole valore naturalistico, paesaggistico e storico. È infatti impreziosita dal complesso archeologico Castrum Inui, il porto sacro più antico del litorale laziale citato anche nell’Eneide di Virgilio. Quando otterrà il riconoscimento di monumento naturale, l’area sarà tutelata e permetterà di sviluppare turismo.
Eppure a cinque anni dalla presentazione della richiesta in Regione non se ne parla più. Per questo il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Adriano Zuccalà ha presentato una interrogazione per chiedere all’amministrazione Rocca spiegazioni.
Fosso dell’Incastro, il sito di Ardea dall’altissimo valore naturalistico
Il riconoscimento del sito naturalistico di Ardea come monumento naturale regionale è un progetto su cui all’epoca l’amministrazione comunale targata Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico puntava per ottenere i fondi europei nell’ambito del programma Life per “la protezione dell’integrità e conseguente promozione dell’area sita presso la foce del Fosso dell’Incastro”.
«Un sito che è di altissimo valore naturalistico, storico e paesaggistico», si leggeva nella mozione presentata in Regione nel 2019 dalla consigliera Valentina Corrado, oggi assessore al Comune di Anzio.
«Si tratta di un’area che include un habitat vegetazionale, floreale e faunistico molto raro, che va protetta e tutelata. Un patrimonio inestimabile, che sta subendo problemi di conservazione a causa della pulizia meccanica degli arenili, del traffico abusivo di quad e fuoristrada sulle spiagge, e dello sviluppo turistico in generale.
Abbiamo il dovere di preservare l’area anche per la presenza di formazioni biologiche, geomorfologiche e vegetazionali, che assieme agli elementi antropici ad esse connessi contribuiscono a formare un bene primario costituzionalmente garantito».
Salvare l’oasi di Ardea che ospita il Fratino che nidifica solo in litorali non inquinati
Quell’area ha una grande importanza storica per la presenza dell’antico porto romano, gran parte del quale ancora sotto terra e da scoprire.
Ha però anche una grande rilevanza naturalistica in quanto vi nidifica il Charadrius alexandrinu, ovvero il “fratino”, un uccello che sceglie solo i litorali non inquinati per nidificare.
Da qualche anno il fratino depone le sue uova proprio sulla spiaggia di Tor San Lorenzo.
Attualmente però l’area della foce dell’Incastro ad Ardea è abbandonata a se stessa, con rifiuti abbandonati e incuria. Il sito archeologico invece sorge a ridosso del famigerato “serpentone” delle Salzare, ormai totalmente demolito perché abusivo.
Il sito dell’Incastro rappresenta un patrimonio sia storico che naturalistico che Ardea possiede e che andrebbe maggiormente preso in considerazione e preservato.
Leggi anche: Le Grotte di Nerone (Anzio) e Castrum Inui (Ardea) diventino monumento naturale