Il sogno o incubo (a seconda dei punti di vista) di una nuova città ai Castelli Romani, al confine con Roma, subisce quindi l’ennesima battuta d’arresto.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha respinto, per l’ottava volta, un ricorso legato al progetto di costruzione di un nuovo insediamento urbano da 15mila abitanti tra Roma e i Castelli Romani.
L’ultima bocciatura, datata 1° aprile, ha visto protagonista la società Frank Immobiliare srl, che sperava di ribaltare i verdetti precedenti e ottenere il via libera all’edificazione.
Un piano ambizioso ma contestato
Il progetto, noto come “Marino 2“, prevedeva la realizzazione di un vasto complesso residenziale tra le località Divino Amore, Mazzamagna e Falcognana.
Un piano di trasformazione radicale del territorio, che avrebbe comportato la costruzione di nuove infrastrutture, servizi e abitazioni per migliaia di residenti, ai margini della Capitale.
Tuttavia, la portata dell’intervento ha sollevato fin dall’inizio forti opposizioni da parte di associazioni ambientaliste e istituzioni locali.
La tutela dell’Agro Romano
Uno dei principali ostacoli alla realizzazione del progetto è stato il vincolo paesaggistico imposto dal Ministero della Cultura su circa 1600 ettari di Agro Romano, un’area di straordinario valore ambientale e storico.
Questo vincolo mira a proteggere la campagna romana dall’urbanizzazione selvaggia, garantendo la conservazione del paesaggio e della memoria storica del territorio.
I giudici amministrativi hanno più volte confermato l’incompatibilità dell’insediamento con le politiche di tutela del suolo, rafforzando la linea di chi si oppone alla cementificazione dell’Agro Romano.
Una battaglia giudiziaria lunga anni
Il primo stop del TAR al progetto risale a ottobre 2024, seguito da altre tre sentenze di bocciatura nello stesso anno. Il 24 dicembre, vigilia di Natale. Ulteriori quattro verdetti hanno ribadito la legittimità delle misure di protezione dell’area.
Nel gennaio 2025, il Consiglio di Stato ha confermato la bontà delle precedenti decisioni, respingendo un ulteriore ricorso. A marzo, una nuova sentenza del TAR ha stoppato il settimo tentativo di forzare il vincolo paesaggistico, questa volta da parte della società Tor Pagnotta Immobiliare.
Infine, l’ultimo verdetto, datato 1° aprile, ha chiuso nuovamente le porte al progetto.
Le motivazioni della sentenza del Tribunale
La decisione dei giudici del Tribunale si basa su elementi chiave: la necessità di preservare il paesaggio e l’insufficienza delle infrastrutture attuali a sostenere un insediamento di tali dimensioni.
Oltre agli impatti ambientali, si pone il tema della sostenibilità dei servizi pubblici, già messi a dura prova dall’espansione urbanistica dell’area romana.
La sentenza sottolinea, inoltre, l’importanza di proteggere il patrimonio culturale e naturale, in linea con le strategie di sviluppo sostenibile promosse dalla Regione Lazio e dal Ministero della Cultura.
Un futuro sempre più incerto
Con l’ottava bocciatura, il destino del progetto appare compromesso. La lunga battaglia legale ha visto prevalere le ragioni della tutela ambientale su quelle dello sviluppo edilizio. Una vittoria per le associazioni e le istituzioni che da anni difendono l’Agro Romano, ma la questione rimane aperta.
L’area continua a essere al centro di forti interessi economici e speculativi, ponendo la sfida di trovare un equilibrio tra sviluppo e conservazione del territorio. Il futuro di questa zona resta dunque incerto, tra tentativi di espansione e vincoli sempre più stringenti.
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