Ricordiamo che la nomina dell’attuale commissario straordinario Paolo D’Attilio è avvenuta in seguito all’arresto del sindaco e alle dimissioni spontanee del Consiglio Comunale.
Al momento non vi è nessun pronunciamento ancora di Aprilia come città condizionata dalle organizzazioni mafiose.
Se ciò venisse confermato, allora scatterebbe lo scioglimento per mafia di tutti gli organi politici amministrativi e il Commissariamento fino a data da destinarsi.
Il Governo decide il futuro di Aprilia
Secondo indiscrezioni sempre più insistenti, nella giornata di venerdì 4 aprile il Consiglio dei Ministri, fissato dal Governo Meloni in queste ore, potrebbe sancire il destino dell’amministrazione comunale, commissariata dal luglio 2024 quando è stato arrestato il sindaco Lanfranco Principi.
Sul tavolo del Governo Meloni, infatti, giacerebbe la proposta di scioglimento del Consiglio comunale per presunte infiltrazioni mafiose.
Una decisione che, qualora confermata, porterebbe al commissariamento dell’ente e al rinvio delle elezioni comunali, con la più probabile finestra temporale fissata al novembre 2026.
La notizia, che serpeggiava da tempo tra i corridoi del palazzo comunale e i circoli politici locali, ha assunto nelle ultime ore contorni di crescente concretezza.
A far presagire un epilogo imminente è il silenzio istituzionale che avvolge la vicenda. Non c’è stata nemmeno alcuna smentita ufficiale da parte degli stessi partiti nazionali.
La procedura di scioglimento
La procedura che potrebbe portare allo scioglimento del Consiglio comunale di Aprilia affonda le sue radici in una complessa attività istruttoria avviata ad agosto scorso.
A seguito di segnalazioni e indagini condotte dalle forze dell’ordine e dalla Prefettura di Latina, sarebbe emerso un quadro di possibili condizionamenti da parte della criminalità organizzata sulla vita amministrativa del Comune di Aprilia.
Ricordiamo la normativa prevista dall’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali. Questo prevede lo scioglimento di un Consiglio comunale quando siano accertati “collegamenti diretti o indiretti con organizzazioni criminali di tipo mafioso o similare” tali da compromettere “la libera determinazione degli organi elettivi” o il “buon andamento dell’amministrazione”.
L’iter prevede una relazione dettagliata del Prefetto al Ministero dell’Interno. Dopo un’ulteriore istruttoria, il MInistero sottopone la proposta di scioglimento al Consiglio dei Ministri per la decisione finale.
Questo percorso è giunto alla sua fase conclusiva, con il Consiglio dei Ministri del 4 aprile che potrebbe rappresentare l’atto formale dello scioglimento.
Le conseguenze dello scioglimento
Qualora il Governo decidesse per lo scioglimento, sarebbero annullate le elezioni già convocate per il 25 e 26 maggio.
La gestione del Comune verrebbe affidata a una Commissione straordinaria.
>La Commissione sarebbe composta da tre a cinque membri nominati dal Prefetto, con il compito di amministrare l’ente in via transitoria, garantendo l’ordinaria amministrazione e predisponendo le condizioni per il ritorno alla normale attività democratica.
La legge stabilisce che in caso di scioglimento per infiltrazioni mafiose, le nuove elezioni devono tenersi diciotto mesi dopo lo scioglimento.
Un simile provvedimento, seppur finalizzato a ripristinare la legalità e la trasparenza amministrativa, rappresenterebbe un duro colpo per l’immagine della città e per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni locali.
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