Il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli, eletto nel settembre 2020 nel pieno dell’emergenza sanitaria da Covid-19, rischia di non arrivare alla prossima tornata elettorale in programma per la primavera 2026.
La sua maggioranza è ormai ridotta ai minimi termini.
L’ultima seduta del Consiglio comunale si è tenuta in seconda convocazione ed ha approvato l’ordine del giorno con una maggioranza assai risicata. Ma da allora, la crisi è precipitata.
Albano, la maggioranza perde 4 consiglieri
Ai primi due consiglieri di maggioranza, Matteo Santilli e Umberto Gambucci, che hanno ufficialmente abbandonato la coalizione per passare al Gruppo esterno, si sono aggiunte Laura Faccia e Simonetta Lucci.
Quest’ultima è l’ex responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune, ora in pensione. Entrambe hanno lasciato la lista civica “Viviamo Albano”, guidata dal vicesindaco Luca Andreassi, per andare nel Gruppo esterno.
Numeri che non tornano: 12(+1) contro 12
Con queste due ulteriori defezioni, la squadra a sostegno del sindaco Borelli si è ridotta a 12 consiglieri, incluso lo stesso primo cittadino.
A questi si aggiunge solo Luca Nardi, esponente del Movimento 5 Stelle. Nardi non fa parte della maggioranza, ma vota spesso a favore dei singoli provvedimenti.
In tutto, quindi Borelli può contare al momento su 12 voti contro i 12 dodici dei consiglieri schierati all’opposizione, tra minoranza ufficiale e fuoriusciti. I numeri, ora, non garantiscono più la stabilità.
Le fonti più vicine agli equilibri politici locali parlano chiaro: Borelli rischia seriamente la sfiducia, al prossimo Consiglio sul rendiconto economico.
Sembra infatti che Nardi non deciderà di votare a favore del rendiconto: i numeri a questo punto boccerebbero la proposta di Borelli, con conseguente caduta del sindaco.
Il momento della verità potrebbe dunque arrivare presto, già nel prossimo Consiglio comunale. Una seduta decisiva che potrebbe sancire la fine prematura del mandato.
Il sindaco paga il prezzo della coerenza?
A pesare sul destino politico del sindaco sarebbero in particolare due battaglie, questo sostengono i fedelissimi.
La prima, quella contro il nuovo inceneritore voluto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che dovrebbe sorgere a soli 500 metri dalla discarica di Roncigliano, nel cuore del territorio albanense.
Un progetto già tentato nel 2007 per mano dell’ex premier Romano Prodi che nominò l’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo Commissario dell’emergenza rifiuti regionale. Poi abortito in seguito alle fortissime proteste della cittadinanza.
L’dea di incenerire i rifiuti è oggi tornata con forza, appoggiata da ampi settori del Partito Democratico, da partiti quali Azione e Italia Viva e da interessi istituzionali regionali e sovra-regionali poco trasparenti e molto trasversali.
Borelli dice “No” all’inceneritore
Borelli si è opposto con fermezza a quest’opera, schierandosi apertamente contro una decisione che rischia di compromettere la salute pubblica e l’ambiente di un’intera area già provata dalla gestione dei rifiuti.
Ma la sua posizione lo ha isolato, soprattutto all’interno di una maggioranza che vede la presenza di consiglieri e referenti istituzionali di rilievo apertamente favorevoli all’impianto.
La lotta al (troppo) cemento del sindaco di Albano
Accanto al tema dei rifiuti, un’altra battaglia ha contribuito a scavare il solco con una parte della sua stessa maggioranza: quella contro la cementificazione e il consumo indiscriminato del suolo.
Fin dall’inizio del suo mandato, Borelli ha puntato su un piano di sviluppo sostenibile, cercando di limitare nuove edificazioni, tutelare il territorio e arginare la pressione urbanistica.
Una scelta coraggiosa ma scomoda, soprattutto in una realtà in cui non mancano i legami, anche istituzionali, con il mondo dell’edilizia.
In molti, tra le fila dei sostenitori e dei referenti politici locali, non hanno mai nascosto il proprio disagio di fronte a questa linea di governo locale. Il risultato è stato un progressivo allontanamento di figure chiave e l’erosione del consenso interno.
Uno scenario incerto, per Albano e il suo sindaco
Oggi, Albano si ritrova a un bivio. Il sindaco, che ha impostato la sua amministrazione su principi di sostenibilità ambientale, si trova circondato da un fronte sempre più ampio e trasversale deciso a chiudere anticipatamente la sua esperienza amministrativa.
Se nel prossimo Consiglio comunale non dovesse riuscire a ottenere la maggioranza dei voti, l’epilogo sarebbe inevitabile: sfiducia e fine del mandato.
Nonostante le tensioni, Borelli non ha formalizzato alcuna intenzione di dimettersi. Ma la conta dei numeri appare impietosa e lascia poco spazio alla manovra politica. A meno di colpi di scena, il destino del sindaco sembra segnato.
AGGIORNAMENTO
La risposta a questo articolo da parte del PD di Albano e del sindaco Massimiliano Borelli
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