L’ordinanza emessa lo scorso 3 aprile dal Tribunale ha riaperto un nodo di incertezza legale che coinvolge diverse società e istituzioni.
La questione nasce da un procedimento di autorizzazione presso il Comune di Grottaferrata nel 2020, nel corso della precedente legislatura.
In seguito alla richiesta di autorizzazione per l’installazione dell’impianto, l’opera sarebbe stata legittimata attraverso la pratica del silenzio-assenzo.
Contro questa autorizzazione un comitato locale ha presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per il Lazio.
Le complicazioni giuridiche per il traliccio di Grottaferrata
Ma subito sono iniziate le difficoltà del TAR ad individuare il ‘nucleo’ della proprietà del cosiddetto “palo porta-antenne”.
Gli atti depositati evidenziano come l’azienda originaria, che aveva avviato la pratica per il traliccio, abbia subito una serie di trasformazioni societarie.
Lo stesso Tribunale ammette di non riuscire a dipanare il groviglio, con fusioni di aziende, cessioni, cancellazioni e sparizioni. Insomma non si capisce contro chi il TAR si debba pronunciare.
Questi passaggi hanno generato un’oscura catena di responsabilità, che ha costretto il Tribunale a ordinare l’integrazione del contraddittorio che, in seguito a ulteriori verifiche, risulterà titolare del palo e del relativo contratto di locazione dell’area.
A trovare chi è il proprietario del traliccio dovranno essere però coloro che hanno presentato il ricorso. E avranno 90 giorni per fare le loro indagini e portare i risultati in Tribunale.
Il ruolo delle istituzioni di Grottaferrata e della Regione
Entrando poi nel merito del ricorso, notiamo che il Comune di Grottaferrata, insieme alla Regione Lazio (che non si è costituita in giudizio) e alle numerose aziende coinvolte, è al centro di questa delicata questione.
L’autorizzazione rilasciata mediante silenzio-assenso da parte del Comune di Grottaferrata stesso e le successive determinazioni amministrative hanno alimentato il dibattito pubblico, mettendo in evidenza la necessità di chiarezza nei rapporti contrattuali e nelle operazioni di fusione aziendale.
La decisione del Tribunale si propone di fare luce su una problematica che ha coinvolto attori di spicco nel settore delle telecomunicazioni, come la Iliad, garantendo un ulteriore livello di controllo e trasparenza.
Il provvedimento, sebbene di natura tecnica, ha implicazioni importanti per la tutela dell’ordinato amministrativo e per la pianificazione urbanistica del territorio, evidenziando come anche le operazioni societarie complesse debbano essere soggette a rigorosi controlli giurisdizionali.
La burocrazia deve fare il suo corso
La procedura giudiziaria ha visto il coinvolgimento di numerose parti, tra cui il Comune di Grottaferrata, Iliad e la Cellnex Italia S.p.A. Una vera situazione da “scatole cinesi”.
La complicata successione dei titolari del traliccio ha portato il Tribunale a disporre l’integrazione del contraddittorio nei confronti del soggetto che, dopo verifiche approfondite, risulterà in possesso del palo e del contratto di locazione dell’area.
Tale mossa processuale si inserisce in un iter che mira a garantire la regolarità dell’intero procedimento e a evitare decisioni basate su dati incompleti o fuorvianti.
La scelta di rinviare la trattazione del merito a una futura udienza pubblica conferma l’importanza di individuare con precisione la responsabilità nella gestione di infrastrutture fondamentali per il servizio di telefonia mobile e internet.
Prossima udienza in Tribunale
L’ordinanza, destinata a proseguire il dibattito giuridico fino alla prossima udienza pubblica, fissata per il 7 ottobre 2025, rappresenta un punto di svolta per una vicenda che coinvolge non solo il settore delle telecomunicazioni, ma anche il futuro urbanistico di Grottaferrata.
La decisione del Tribunale, in attesa di ulteriori chiarimenti, apre anche la strada a un’analisi più approfondita della gestione delle infrastrutture in un’epoca in cui la connettività e la sicurezza dei servizi rappresentano temi di primaria importanza.
Le autorità competenti sono chiamate a risolvere una situazione che, se non chiarita, potrebbe comportare ripercussioni su autorizzazioni future e su un corretto assetto normativo, garantendo così trasparenza e legalità nella gestione dei beni comuni.
Leggi anche: I cinghiali gli devastano il vigneto e il nobile ‘trascina’ in Tribunale il Parco dei Castelli Romani