È finita al centro di una seconda interrogazione parlamentare a distanza di pochi giorni la vicenda che coinvolge l’area della Campagna Romana, nel territorio del comune di Aprilia, minacciata da un progetto per la realizzazione di un deposito definitivo di rifiuti.
A lanciare l’allarme è il deputato Matteo Orfini (PD), che ha presentato un’interrogazione al Ministro della Cultura per chiedere conto delle gravi criticità amministrative che stanno compromettendo la tutela del paesaggio.
Il cuore della questione riguarda una proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’area in questione, avviata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina. La proposta, pubblicata il 5 agosto 2024, avrebbe dovuto tutelare una vasta zona agricola e naturalistica di grande valore ambientale.
Tuttavia, il 1° febbraio 2025 sono decaduti gli effetti temporanei di protezione previsti dalla legge, per la mancata conclusione del procedimento entro i 180 giorni previsti. Proprio in quel momento è entrato in fase avanzata un altro procedimento: la valutazione di impatto ambientale per la costruzione di un deposito di rifiuti nella località di Sant’Apollonia, proposto dalla società Frales.
“La soprintendenza ammette”
Secondo Orfini, questa sovrapposizione tra la fine della tutela temporanea e l’avanzamento del progetto del deposito ha provocato un danno evidente al paesaggio, anche perché l’area interessata ricadeva già nella proposta di tutela paesaggistica.
Ma non è tutto. Nella sua interrogazione, Orfini denuncia anche un’inadempienza da parte della Soprintendenza, che avrebbe omesso di comunicare tempestivamente lo stato del procedimento agli uffici centrali del Ministero della Cultura. Una mancanza che ha impedito l’attivazione dei passaggi conclusivi per formalizzare la dichiarazione definitiva di interesse pubblico.
In una nota ufficiale del 14 marzo 2025, il Servizio V della Direzione Generale del Ministero ha certificato il ritardo e l’inerzia dell’ente territoriale, evidenziando come non siano state informate né la direzione generale né gli organi tecnici competenti (come il Comitato Tecnico Scientifico e la Co.Re.Pa.Cu., Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale).
Secondo l’interrogazione, la responsabilità finale ricade sul Ministero della Cultura, cui spetta per legge l’adozione del provvedimento di dichiarazione di interesse pubblico. Ma l’assenza di un intervento tempestivo ha di fatto vanificato la tutela per un’area strategica dal punto di vista paesaggistico e ambientale.
La richiesta al ministro
Orfini chiede ora al Ministro della Cultura se sia a conoscenza dei fatti e quali misure intenda adottare per garantire la protezione del paesaggio. Tra le opzioni richieste vi è anche il possibile ricorso ai poteri straordinari previsti dall’articolo 150 del Codice dei beni culturali, che permettono al Ministero di bloccare qualsiasi intervento potenzialmente lesivo del paesaggio, in attesa dell’adozione definitiva della tutela.
Leggi anche: Di chi è la “manina” pro-discarica che ha fatto saltare il vincolo? Ecco dov’è la vera mafia ad Aprilia