A Torvaianica il progetto immobiliare di notevoli dimensioni, comprendente una villa principale e una dependance, è finito al centro di un intricato caso amministrativo.
Il Comune di Pomezia, dopo aver inizialmente concesso il permesso di costruire, ha clamorosamente annullato (per la precisione, sospeso in autotutela) la sua stessa autorizzazione, gettando nello sconcerto i proprietari e sollevando interrogativi sulla gestione urbanistica del territorio.
Via Lago Misurina, addio maxi villa e dependance vista mare
La vicenda ruota attorno a una villa situata in via Lago Misurina.nella zona cosiddetta “Villaggio Tognazzi”.
I proprietari avevano ottenuto dal municipio, nel lontano ottobre 2019, il via libera per ampliare un fabbricato esistente e realizzarne uno nuovo, entrambi da adibire a pertinenze dell’abitazione principale.
Un’operazione immobiliare che, forte del benestare comunale, aveva visto l’avvio dei lavori, sulla base del Piano casa del 2009. Tuttavia, un sopralluogo dei tecnici del Comune, avvenuto nel giugno del 2020, ha innescato un brusco cambio di rotta.
Sospensione dei lavori e retromarcia del Comune
A seguito della verifica sul campo, il Comune di Pomezia ha emesso un’ordinanza di sospensione dei lavori, motivata da presunte irregolarità legate alla legittimità del fabbricato originario. Ma il colpo di scena non si è fermato qui.
Nell’agosto dello stesso anno, l’amministrazione comunale ha comunicato l’avvio del procedimento di annullamento d’ufficio del permesso di costruire precedentemente rilasciato, sostenendo che fosse in contrasto con le normative regionali in materia edilizia, nello specifico la Legge Regionale n° 21/2009 (ossia con il Piano Casa in base alla quale era stato rilasciato il permesso di costruire).
Proprietario e Comune finiscono in Tribunale
La decisione del Comune di Pomezia non è stata accettata dai proprietari, che hanno presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio.
Il ricorrente ha contestato con forza la decisione del Comune di Pomezia, sollevando diverse eccezioni di legittimità, tra cui la presunta violazione delle norme sul procedimento amministrativo, difetti di motivazione e carenze istruttorie da parte dell’ente locale.
Nel frattempo, anche i proprietari delle abitazioni confinanti sono intervenuti nel procedimento, opponendosi al ricorso e sostenendo che l’approvazione del progetto avrebbe leso i loro diritti, in particolare in relazione al rispetto delle distanze legali tra le costruzioni.
Distanze e Volumetrie al Centro del Contenzioso
Il nodo cruciale della controversia sembra risiedere nel presunto mancato rispetto delle distanze minime tra edifici, così come stabilito dalle normative statali e richiamate dalla legge regionale.
Il Comune di Pomezia contesta in particolare l’ampliamento del fabbricato esistente, ritenuto troppo vicino al confine di proprietà, e l’aumento di altezza dello stesso, considerato come una nuova costruzione soggetta a limiti specifici.
Secondo il Comune di Pomezia, tali interventi avrebbero generato una volumetria non conforme alle prescrizioni del Piano Casa.
Il Tribunale rigetta il ricorso: prevale la tutela del territorio
Dopo un’attenta analisi della documentazione e delle argomentazioni delle parti, il Tribunale Amministrativo ha respinto il ricorso presentato dai proprietari della villa a Torvaianica.
Nella sua sentenza il TAR ha ritenuto legittima la decisione del Comune di Pomezia di annullare in autotutela il permesso di costruire.
I giudici amministrativi hanno in particolare evidenziato la violazione delle norme sulle distanze legali, un aspetto considerato di primaria importanza per la corretta pianificazione urbanistica e la tutela del territorio.
Il Tribunale ha inoltre respinto la richiesta di risarcimento danni avanzata dai ricorrenti, non ravvisando una situazione di “affidamento incolpevole” da parte dei privati di fronte a una violazione normativa ritenuta oggettivamente rilevabile.
Un monito per la pianificazione urbana
La vicenda della villa sul mare di Torvaianica finita in tribunale rappresenta un caso emblematico delle complessità che possono emergere nel settore dell’edilizia e della pianificazione urbana.
La retromarcia del Comune di Pomezia, seppur contestata dai privati, sottolinea l’importanza del rispetto rigoroso delle normative e la necessità di una verifica accurata della legittimità degli interventi edilizi, anche a distanza di tempo dal rilascio delle autorizzazioni.
La sentenza del TAR sembra rafforzare il principio della prevalenza dell’interesse pubblico alla corretta gestione del territorio, anche a fronte di investimenti privati già avviati.
Resta da vedere se i proprietari decideranno di impugnare la sentenza al Consiglio di Stato, aprendo un nuovo capitolo di questa intricata vicenda giudiziaria.
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