La società patrimoniale che si era aggiudicata il complesso immobiliare per 1,9 milioni di euro non ha infatti provveduto a versare il saldo entro il termine stabilito del 31 marzo, perdendo così il diritto all’acquisto e anche la cauzione di 190mila euro già versata.
Una doccia fredda per tutti gli attori coinvolti: dopo anni di aste andate deserte, l’interesse manifestato da un’azienda del Nord Italia, operante nel settore dell’idrogeno, aveva acceso nuove speranze.
Tecnici e ingegneri erano già arrivati sul posto, effettuando rilievi anche con l’ausilio di droni e predisponendo i primi progetti.
Ma tutto si è fermato: la società immobiliare, secondo quanto trapelato, avrebbe incontrato difficoltà nello sbloccare un credito necessario a completare il pagamento.
A fronte dell’inadempienza, il giudice dell’esecuzione ha dovuto dichiarare decaduta l’aggiudicazione e ha invitato i creditori – tra cui figura la banca Monte dei Paschi di Siena, creditrice di circa 1,6 milioni di euro, e lo stesso Comune di Latina – a esprimere le proprie osservazioni sul futuro della procedura, in particolare sulla possibilità di indire una nuova asta.
Un’opzione che, con ogni probabilità, sarà confermata per tentare di recuperare almeno una parte dei crediti.
La storia dell’ex zuccherificio di Latina
L’ex zuccherificio fu inaugurato a Latina il 19 agosto del 1936 da Benito Mussolini in persona e per sessant’anni ha rappresentato uno dei motori economici dell’agro pontino.
Il cinegiornale Luce dell’epoca raccontava:
«Giornata di vibrante entusiasmo a Littoria per la visita del Duce, che inaugura una nuova importantissima opera venuta ad arricchire il primo Comune dell’Agro ormai redento.
Il grande zuccherificio, sorto in soli 10 mesi nei pressi di Littoria, cui è collegate mediante un ampio raccordo ferroviario.
Enormi cumuli di bietole raccolte nei campi vengono accentrate nei vastissimi silos, donde, per mezzo di una corrente d’acqua, vengono convogliati nello stabilimento, dove funziona un complesso e perfettissimo macchinario totalmente costruito in Italia per la produzione dello zucchero»
Durante la seconda guerra lo stabilimento aveva continuato a funzionare, fino allo sbarco di Anzio del 1944, quando gli impianti si fermarono per un anno.
Già però nel 1945 lo zuccherificio tornò a produrre e a dare occupazione a un centinaio di dipendenti fissi e circa 500 stagionali.
Una bomba ecologica
Nel 1972 lo zuccherificio era passato al gruppo Montesi di Padova. Negli anni successivi lo stabilimento fu ampiamente ristrutturato.
Nel 1984, con il fallimento del gruppo Montesi, la fabbrica chiuse, salvo poi riaprire l’anno successivo dopo le proteste dei lavoratori.
Negli anni Novanta ci si accorse che quel sito era una bomba ecologica tra amianto e olii esausti.
Il Comune di Latina lo aveva acquistato nel 1996 per cinque miliardi di lire dalla Finanziaria Saccarifera Italo Iberica. L’idea era quella di effettuare la bonifica e la ristrutturazione e trasformarlo in piattaforma logistica.
Era nata così la Slm, che nel tempo ha accumulato debiti su debiti ancora prima di partire e oggi è fallita. Le strutture, come detto, sono aperte, chiunque vi può accedere.
All’interno ci si trova di tutto, ci sono persino faldoni del tribunale e schede elettorali di tornate elettorali del 2011 e 2008.
Emergenza sicurezza
L’immobile, inizialmente stimato intorno ai 6 milioni di euro, ha visto negli anni un progressivo ribasso dei prezzi a causa delle aste andate deserte. Ora spetterà al giudice stabilire se applicare un’ulteriore riduzione.
Tuttavia, il nodo non è solo il prezzo di acquisto. Pesano infatti anche i costi di bonifica ambientale, ristrutturazione e adeguamento dell’area per una futura attività produttiva.
Nel frattempo, preoccupa lo stato di abbandono del sito: recentemente colpito da un incendio, è stato in passato teatro di episodi di violenza e deposito di auto rubate.
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