Sul tema del Centro di Salute Mentale di Velletri, uno dei principali dei Castelli Romani, lunedì 14 aprile è stata presentata una interrogazione parlamentare da parte del deputato Filiberto Zaratti, indirizzata al Ministro della Salute Orazio Schillaci.
Centro di Salute Mentale di Velletri in crisi profonda
Il Centro di Salute Mentale di Velletri che serve anche Lariano, situato nel cuore dei Castelli Romani, sarebbe al centro di una profonda crisi organizzativa.
Dal dicembre 2022, la struttura ha iniziato a subire un ridimensionamento progressivo del personale, fino a registrare, a partire da luglio 2024, la presenza di un unico medico psichiatra a tempo pieno.
Questa situazione si configurerebbe come particolarmente critica, in quanto il decreto del Presidente della Repubblica del 10 novembre 1999 prevedeva la presenza di almeno sei medici psichiatri ogni 100.000 abitanti.
Con un bacino di utenza che supera i 70.000 abitanti, il centro appare ora incapace di garantire un servizio continuo e di qualità, essenziale per una popolazione che necessita di assistenza costante e multidisciplinare.
Riorganizzazione e riduzione degli orari: Castelli Romani in ginocchio?
A partire dal 10 febbraio 2025, la ASL Roma 6 ha comunicato, tramite nota ufficiale affissa all’ingresso, una significativa riorganizzazione delle attività del centro.
Le prestazioni infermieristiche – che includono accoglienza, terapie domiciliari e visite programmate – saranno erogate esclusivamente al mattino, dal lunedì al sabato, con l’orario esteso solo il lunedì e il giovedì fino alle ore 18.
Nel contempo, le attività mediche e psicologiche sono state trasferite presso la sede del CSM di Ariccia, a Roma.
Tale decisione ha determinato una frammentazione nell’erogazione dei servizi, creando un ulteriore ostacolo per i cittadini, che si trovano costretti a spostarsi e a subire ritardi nelle cure, aggravando la difficile situazione di una popolazione già fragilizzata.
Implicazioni per la salute mentale dei Castelli Romani
La crisi che affligge il CSM di Velletri e Lariano rappresenta un campanello d’allarme – secondo il deputato – non solo per i residenti dei Castelli Romani ma anche per l’intero sistema territoriale.
La riduzione drammatica del personale e dei servizi offerti ha conseguenze dirette sul benessere dei cittadini, costretti a ritrovarsi di fronte a un’offerta assistenziale inadeguata.
La mancanza di continuità nel percorso di cura, unitamente alla difficoltà di accesso alle prestazioni specialistiche, espone a rischi significativi una fascia di popolazione particolarmente vulnerabile.
La gestione ridotta e frammentata dei servizi evidenzia il divario tra la domanda e la disponibilità di risorse, compromettendo l’efficacia del sistema di salute mentale sul territorio.
Un quadro nazionale in difficoltà
I problemi rilevati a Velletri si inseriscono in un contesto nazionale ben più ampio e preoccupante. In Italia, ben 16 milioni di cittadini convivono con un disturbo mentale e ogni anno circa 2 milioni fanno richiesta di accesso ai servizi pubblici specializzati, sebbene soltanto 400 mila ricevano una consulenza adeguata.
Le carenze di personale, con uno psicologo ideale per ogni 10.000 abitanti e una presenza di psichiatri che raggiunge solo 1 per ogni 100.000 abitanti, si sommano a una situazione di investimento ridotto.
Il budget destinato alla salute mentale costituisce soltanto il 2,5 per cento della spesa sanitaria totale.
Questo scenario, caratterizzato dalla scarsità di risorse e di personale qualificato, evidenzia una discontinuità tra le necessità emergenti della popolazione e la capacità di risposta del sistema sanitario.
Chiamata all’azione e prospettive future
L’interrogazione parlamentare presentata da Filiberto Zaratti rappresenta un appello urgente alle istituzioni.
È richiesto un intervento coordinato tra il Ministero della Salute e la Regione Lazio per verificare la reale capacità operativa del centro di Velletri e adottare misure correttive.
L’obiettivo è quello di ripristinare un servizio di salute mentale che sia in grado di garantire l’accesso alle cure, la continuità assistenziale e l’integrazione con altri servizi territoriali, riducendo il divario esistente tra domanda e offerta.
La riforma proposta mira a superare una gestione frammentata e a porre le basi per un sistema più efficiente e inclusivo, capace di rispondere in maniera tempestiva alle esigenze di una popolazione in costante aumento.
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