La zona, situata a due passi dal confine con il comune di Grottaferrata, si trova tra le vie di Frascati, Casalaccio e Madonnetta, fulcro di una trasformazione urbanistica di grande portata, rispetto alle disponibilità di territorio rocchigiane, non elevatissime, per la conformazione del territorio.
L’iniziativa prevede lo sviluppo di una nuova area residenziale, su terreni precedentemente di proprietà dei Padri Passionisti, con una potenzialità edificatoria complessiva di 12.867 metri cubi.
18 anni per avviare la lottizzazione
La vicenda inizia nel 2007 e dopo vari accordi con il Comune di Rocca di Papa si arriva al progetto, presentato nel 2013. Ma la lottizzazione aveva subito una battuta d’arresto dalla Regione Lazio nel 2016, ad opera della prima Giunta Zingaretti.
La Regione Lazio, infatti, aveva imposto rilevanti modifiche, tali da stravolgere l’intero progetto e renderlo economicamente irrealizzabile.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha ora accolto un ricorso della società proponente la lottizzazione contro la decisione della Regione Lazio.
Il ‘progettone’ di Rocca di Papa bloccato dalla Regione Lazio
L’iniziativa immobiliare, che ha attraversato un lungo e complesso iter amministrativo e giudiziario, prevede la realizzazione di un ampio insediamento residenziale e di servizi su terreni acquistati nel 2007 dalla società Presti srl.
Quell’area, già individuata come oggetto di un Programma di Recupero Urbano (PRU), è destinata ora a trasformarsi in un importante polo urbanistico nei Castelli Romani.
L’origine del contenzioso risale al 2016, quando la Regione Lazio approvò la variante urbanistica al Piano Regolatore Generale di Rocca di Papa imponendo però pesanti prescrizioni.
In particolare, la Regione decise di tagliare sensibilmente la volumetria residenziale e di escludere la costruzione di un edificio commerciale previsto nel progetto.
Secondo l’ente regionale, l’intervento avrebbe comportato un aumento eccessivo della densità abitativa, portandola da 160 a 230 abitanti per ettaro, e un impatto troppo rilevante sull’assetto urbano esistente.
Il costruttore si ribella
La società Presti, ritenendo le modifiche imposte dalla Regione arbitrarie e lesive degli accordi già siglati con il Comune, presentò ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.
Nel ricorso venivano contestate sia la violazione della normativa urbanistica nazionale, sia il mancato rispetto delle procedure previste per la modifica dei piani regolatori.
In particolare, la società lamentava che le prescrizioni imposte dalla Regione Lazio compromettevano l’equilibrio economico dell’intervento e stravolgevano gli impegni precedentemente formalizzati.
Dal tribunale ok alla lottizzazione di Rocca di Papa
Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso della società Presti, annullando le prescrizioni imposte dalla Regione Lazio.
I giudici hanno stabilito che le modifiche introdotte dalla Giunta regionale andavano ben oltre quanto consentito dalla legge urbanistica, incidendo profondamente sugli assetti pianificatori decisi dal Consiglio comunale di Rocca di Papa.
La sentenza ha inoltre sottolineato come tali modifiche avrebbero dovuto essere previamente comunicate al Comune per consentirgli di esprimere le proprie controdeduzioni, cosa che non è avvenuta.
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