Pomezia continua a far parlare di sé a causa di una vicenda ambientale che affligge il colosso Leonardo da oltre dodici anni.
Sin dal 2013, quando è stata avviata la procedura di bonifica del sito di Via dell’Industria 4, sono in corso interventi studiati per arginare un inquinamento che permane nonostante i numerosi tentativi di depurazione.
Pomezia, alla multinazionale Leonardo 12 anni non sono bastati
L’iter procedurale ha subito diverse fasi di verifica e analisi, con l’obiettivo di monitorare e correggere i livelli di contaminazione.
Tuttavia, nonostante i molteplici sforzi messi in campo per ridurre l’impatto ambientale, l’area presenterebbe ancora elevati livelli di contaminanti, con particolare riferimento alle acque sotterranee.
Il percorso di bonifica della multinazionale di Pomezia, ormai esteso per oltre un decennio, si scontra con il persistente problema dell’inquinamento, con impatti che inquietano la collettività e sollevano interrogativi sulla sostenibilità ambientale del sito.
Recentemente, la Conferenza di Servizi, riunita in modalità semplificata, ha emesso un verdetto negativo riguardo all’analisi di rischio proposta per il comparto delle acque sotterranee.
Questa decisione, che segna un ulteriore passo in un iter già troppo lungo, sottolinea come il documento presentato dall’azienda non sia in grado di garantire il ripristino di condizioni ambientali sicure nel sito.
La mancata approvazione evidenzia un quadro in cui, nonostante le attività di monitoraggio e le tecniche di “pump and treat” impiegate per trattare le acque reflue industriali, l’inquinamento persiste.
Tale esito negativo pone l’accento sull’importanza di procedere con ulteriori interventi mirati a correggere i dati di rischio e a garantire, in maniera definitiva, la sicurezza dell’ambiente. Il risultato della conferenza, infatti, non lascia spazio ad ambiguità sullo stato attuale del sito della multinazionale di Pomezia.
Pomezia: insufficiente il progetto di bonifica di Leonardo
Il nucleo critico della vicenda riguarda, in maniera preponderante, le analisi delle acque sotterranee.
Studi e monitoraggi condotti nel corso degli anni hanno evidenziato la presenza di contaminanti, quali il cromo VI e altri composti clorurati, i cui livelli superano le soglie di sicurezza previste dalla normativa vigente.
Le rilevazioni effettuate hanno mostrato come l’inquinamento non sia un evento sporadico, ma una condizione che si è radicata nel tempo, mettendo in discussione l’efficacia degli interventi di depurazione già realizzati.
Questa problematica, infatti, richiede una revisione completa del documento di analisi di rischio, concentrandosi sulla necessità di garantire che le acque sotterranee siano adeguatamente purificate prima di essere immesse nuovamente nel ciclo ecologico.
La situazione attuale rappresenta un campanello d’allarme per l’ente preposto alla tutela del territorio e per la cittadinanza, invitando a un’azione tempestiva e mirata.
Rischi per la salute e l’ambiente di Pomezia
L’inquinamento persistente dell’area di Pomezia in cui è insediata la multinazionale Leonardo solleva preoccupazioni di rilevanza pubblica.
La contaminazione ambientale, infatti, comporta non solo un danno ecologico, ma rappresenta anche un potenziale rischio per la salute dei cittadini e per la biodiversità locale.
Le acque sotterranee, fonte primaria in molti processi, restano uno dei comparti più critici per la presenza di sostanze nocive che potrebbero compromettere la qualità della vita.
L’iter di bonifica, seppur in atto da molto tempo, evidenzia come la corretta gestione e l’aggiornamento degli interventi siano necessari per evitare che la situazione degeneri ulteriormente.
La decisione negativa della conferenza, focalizzata sull’analisi dei livelli di contaminazione, mette in luce quanto sia urgente intervenire con misure correttive che possano risolvere definitivamente il problema, ristabilendo così un equilibrio tra attività industriale e protezione ambientale.
I prossimi passi della multinazionale Leonardo per la bonifica
Il recente esito negativo riguardo alle acque sotterranee non rappresenta la fine del percorso, ma piuttosto un invito a ripensare e rivedere l’intero iter di bonifica.
Le autorità competenti sono chiamate a preparare un nuovo documento di analisi che tenga conto dei pareri critici emersi nelle ultime sedute della Conferenza di Servizi.
Solo attraverso una revisione accurata sarà possibile intervenire con ulteriori misure di sicurezza mirate a depurare definitivamente le acque contaminate.
Il futuro della bonifica del sito Leonardo è nelle mani delle istituzioni, responsabili di ristabilire la sicurezza e la sostenibilità ambientale.
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