Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha deciso dunque per lo scioglimento per mafia del Comune di Aprilia.
Si sperava nella ‘filiera’ politica, con il centrodestra che guida il Governo, che magari non volesse mostrare la mano pesante, ma così non è stato.
L’atto di scioglimento riguarda naturalmente tutto l’apparato politico, anche se il Consiglio comunale si era già auto-sciolto per favorire nuove elezioni.
La macchina amministrativa resta attiva sotto la guida del Commissario straordinario Paolo D’Attilio.
Dal punto di vista tecnico si passa da un commissariamento per mancanza di organi politici che si sono auto-sciolti, a un commissariamento per scioglimento degli stessi organi da parte del Governo.
Bisognerà ora aspettare per conoscere le motivazioni che hanno portato a tale decisione.
Nella stessa riunione di Governo è stato deciso anche lo scioglimento per mafia di altri 3 comuni, 2 calabresi e uno campano. Sono Caserta, Badolato (provincia di Catanzaro) e Casabona (provincia di Crotone)
Per Aprilia previsto un ‘lungo’ commissariamento
Il prossimi 25 e 26 maggio, dunque, niente votazioni per Aprilia. Non si tornerà alle urne per eleggere il nuovo sindaco, i nuovi consiglieri comunali e di conseguenza la nuova Giunta.
Il Comune di Aprilia non avrà una guida politica, poiché, secondo il Consiglio dei Ministri, la politica ad Aprilia ha bisogno di essere ‘depurata’ dai condizionamenti mafiosi.
Che si arrivasse al commissariamento per mafia era abbastanza prevedibile, visto che le informazioni su cui si è basato il Consiglio dei Ministri erano contenute in rapporti che, secondo indiscrezioni, non avevano dipinto un bel quadro di quanto stava accadendo nella città pontina.
L’arresto del sindaco Lanfranco Principi e il coinvolgimento nella vasta indagine antimafia di altre personalità sia politiche che imprenditoriali aveva mostrato una realtà in cui numerosi erano i condizionamenti relativi alle scelte che gli amministratori erano ‘spinti’ o magari anche costretti a fare.
Lo scambio politico-elettorale era poi ripetutamente apparso nelle numerose pagine delle intercettazioni che la Dia, Direzione Investigativa Antimafia, aveva posto alla base delle gravissime accuse.
La magistratura, certo, sta facendo il suo corso. Ma si sperava che la città si salvasse da un’etichettatura di “mafiosa” che certo non fa bene al nome di Aprilia.
Invece il pesante verdetto è arrivato e Aprilia dovrà probabilmente prepararsi ad un lungo commissariamento. C’è chi parla di almeno 18 mesi. Ma il periodo potrebbe anche essere più lungo.
Aprilia non vuole l’etichetta di “mafiosa”
La città ha reagito alle accuse di mafiosità. Perché la stragrande maggioranza del tessuto politico e imprenditoriale non ha avuto nulla a che fare con tali pratiche.
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I ragazzi di Aprilia proprio poco tempo fa hanno sfilato per le vie della città a dimostrazione che la parte sana è certamente di gran lunga la maggioranza. Avevano sfilato accogliendo l’invito di “LIbera”, l’associazione presieduta da Don Luigi Ciotti che lotta contro la cultura mafiosa