Per la prima volta nella storia moderna, Papa Francesco rinunciò alla tradizionale residenza estiva di Castel Gandolfo, circa tre anni dopo il suo insediamento.
La decisione intercettava il desiderio del Papa francescano di coltivare uno spirito evangelico di servizio e sobrietà.
Nel 2016 il Vaticano annunciò l’apertura al pubblico degli appartamenti privati del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.
Castel Gandolfo, a 25 chilometri da Roma, non sarebbe più stato rifugio esclusivo dei papi, ma spazio di visita per migliaia di fedeli e turisti come museo.
Per sviluppare altre attività, nella parte della Villa dei Papi più vicino al comune di Albano, sta nascendo anche una grossa struttura che si occuperà di agricoltura e formazione.
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La scelta di semplicità di Papa Francesco
Il Pontefice non fece mai un solo soggiorno estivo a Castel Gandolfo. Ritenne superflua la gestione di 55 ettari di ville e giardini per poche settimane all’anno.
La rinuncia si inserì in un percorso di umiltà che aveva già coinvolto l’Appartamento Apostolico in Vaticano.
La gestione delle spese fu spostata su bisogni più urgenti della Chiesa. La svolta di Papa Francesco confermò un modello di vita improntato all’essenzialità, lontano da sontuose consuetudini.
La villa dei Papi di Castel Gandolfo ‘riciclata’ come museo
Il complesso di appartamenti, sale storiche e giardini venne trasformato per l’appunto in museo da Papa Francesco. I visitatori possono oggi percorrere il Salone degli Svizzeri e la Sala del Concistoro. Il giardino Barberini si raggiunge con un trenino d’epoca.
Tra le attrazioni figura la stanza con vista sul lago Albano, usata nel 1944 come sala parto durante la guerra.
La Specola Vaticana e le Cupole Astronomiche completano l’offerta culturale. Il percorso museale valorizza architettura, arte e memoria millenaria.
L’apertura ha generato nuove entrate per le finanze vaticane. Il gettito dei biglietti contribuisce a ridurre il deficit.
Castel Gandolfo, il turismo legato ai papi
Per la città di Castel Gandolfo la scelta di Papa Francesco comportò una vera rivoluzione, soprattutto per tutti i settori legali al turismo religioso.
La presenza del Papa a Castel Gandolfo in estate ha significato per secoli che il “marchio” della città castellana si diffondesse in tutto il mondo. Si è sviluppato di contorno un enorme indotto.
Ristoranti, alberghi e negozi hanno sempre beneficiato di tale presenza.
Il cambio da residenza a museo di Palazzo e Villa dei Papi ha comportato un enorme cambio anche nelle strutture turistiche locali. Non più un turismo mordi e fuggi, ma una maggiore ‘stanzialità’ del visitatore.
Alcune attività ne hanno beneficiato, per altre, al contrario, la novità ha comportato perdite economiche.
Castel Gandolfo, Papa sì o Papa no?
Con la scomparsa del Papa, il 21 aprile 2025, il futuro di Castel Gandolfo torna però in bilico.
Papa Francesco ha lasciato libertà al successore di ripristinare l’uso privato della villa. La decisione finale spetterà quindi al prossimo Pontefice eletto nel Conclave.
Si prospettano dunque due scenari.
Il nuovo Papa conferma la scelta di Francesco e tutto resta come è oggi, con la possibilità di visitare il palazzo e la villa, prima inaccessibili al turista medio.
Oppure il nuovo Papa decide di ritornare in estate alla Villa dei Papi. In questo caso Castel Gandolfo tornerebbe a dinamiche turistiche come quelle durante i precedenti papati.
Per la verità potrebbe esserci anche una terza opzione, quella che è un mix delle prime due: il Papa tornerebbe a soggiornare a Castel Gandolfo in brevi periodo, ma negli altri giorni tutto resterebbe aperto e visitabile.
A Castel Gandolfo, comunque, c’è chi spera in un ritorno del Papa e chi invece preferirebbe le cose restassero come sono ora, con la Villa e il palazzo aperti al pubblico. Certo mancherebbe l’immagine del Papa che si affaccia dal balconcino in piazza della Libertà: una immagine che fa sempre il giro del mondo e alimenta la notorietà del marchio ‘Castel Gandolfo’.
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