Con un’ordinanza emessa il 23 aprile 2025, il TAR ha accolto le istanze presentate da Stefano Bertollini, Roberto Marozzini, Roberto Tulli, Ruggero Garzia e Armando Tondinelli, candidati del centrodestra e difesi dall’avvocato Toni De Simone, disponendo un’approfondita verificazione su gravi irregolarità riscontrate durante le operazioni di voto.
Al centro della decisione del Tribunale ci sono incongruenze “diffuse e significative” tra il numero delle schede autenticate e la somma di quelle votate e non utilizzate. Queste irregolarità interessano ben 24 sezioni elettorali.
Un’anomalia che, secondo il TAR, merita un’accurata indagine, anche per escludere eventuali fenomeni di alterazione del voto come la cosiddetta “scheda ballerina“.
Tribunale, controlli fino ad ottobre
Il TAR ha affidato al Prefetto di Roma — con facoltà di delega a un dirigente esperto e qualificato — l’incarico di verificare la corrispondenza numerica delle schede in ognuna delle sezioni sotto esame: tra queste, la 1, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 13, 14, 16, 17, 21, 23, 24, 27, 29, 30, 31, 34, 36 e 37.
Le operazioni dovranno svolgersi entro 90 giorni dalla notifica dell’ordinanza, con partecipazione delle parti e dei loro difensori, e si concluderanno con la consegna di una relazione finale entro il 1° agosto 2025.
L’udienza pubblica per il prosieguo della trattazione del caso è già fissata per l’8 ottobre 2025.
Le elezioni di Anzio sotto accusa
Il ricorso ha puntato il dito contro i verbali di proclamazione degli eletti e le operazioni dell’ufficio elettorale centrale relative alle elezioni del 17 e 18 novembre 2024 e al ballottaggio dell’1 e 2 dicembre.
I ricorrenti chiedono l’annullamento di tutti gli atti connessi e, in via principale, la ripetizione delle elezioni in toto o almeno nelle sezioni compromesse.
Sebbene i candidati eletti, tra cui l’attuale sindaco Aurelio Lo Fazio, non si siano costituiti in giudizio, la decisione del TAR mette ufficialmente in dubbio la regolarità del voto e apre a scenari potenzialmente dirompenti per la vita politica della città.
Cosa è la “scheda ballerina”
Riporta la sentenza del Tribunale:
“Rilevato che le diffuse incongruenze riscontrate, nei verbali degli uffici elettorali sezionali, in relazione alla corrispondenza tra il totale delle schede autenticate e la somma delle schede votate e delle schede, pure autenticate, ma non utilizzate – attese le rilevanti proporzioni assunte dal fenomeno in questione – meritino un approfondimento volto ad escludere che, dietro l’apparente incompletezza od incongruenza dei verbali di sezione, si celi un’oggettiva grave illegittimità dello svolgimento delle operazioni di voto e ciò a prescindere anche dal doloso utilizzo, su vasta scala, del meccanismo della c.d. “scheda ballerina”.
La scheda ballerina è quel meccanismo volto a controllare il voto dell’elettore.
La persona interessata ad ottenere voti di preferenza, o chi per lui, entra in possesso di una scheda regolarmente vidimata. Questo avviene solitamente con la complicità di uno scrutatore.
Fuori dal seggio la scheda viene preparata inserendo già il voto di lista e scrivendo il nome della preferenza, quindi viene ripiegata e consegnata all’elettore.
L’elettore entra nel seggio, nascondendo la scheda già votata, e prende anche la scheda da votare, consegnata a lui regolarmente dal Presidente del seggio.
Nel segreto della cabina elettorale, si mette in tasca la scheda da votare e tira fuori quella già votata. Uscito dalla cabina inserisce nell’urna la scheda che gli era stata consegnata fuori dal seggio ed esce con in tasca la scheda non votata. Quindi la consegna al ‘politico’ disonesto come prova che nell’urna è stata inserita quella truffaldina.
Costui inserisce di nuovo i voti di lista e di preferenza ed inizia di nuovo la stessa procedura con un altro elettore.
Nel seggio è impossibile accorgersi dell’inganno. Soltinato alla fine dello scrutinio nel seggio ci si accorge che manca una scheda.
Anzio, verso nuove elezioni?
In base all’esito della verificazione, il Tribunale potrà poi disporre la correzione del risultato elettorale, oppure ordinare la ripetizione del voto nelle sezioni incriminate — e, in ultima istanza, in tutto il Comune di Anzio.
Una prospettiva che potrebbe rimettere in gioco l’intero Consiglio Comunale e persino la poltrona di primo cittadino.
Il sindaco: “rispetto la decisione”
Ha dichiarato il sindaco, Aurelio Lo Fazio:
“Prendo atto con rispetto della decisione del Tar sulle elezioni amministrative, come avevo già spiegato non si discuteva se annullare o meno il voto ma se ci fossero stati errori nella compilazione dei verbali dei seggi elettorali”.
“Restiamo alla guida della città e continuiamo ad amministrare e a farlo con determinazione, così come finora fatto. Seguiremo gli sviluppi della vicenda – ha concluso il sindaco – con la massima serenità, fornendo ai magistrati tutta la documentazione che riterranno necessaria”.
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