In un’atmosfera carica di solennità e simbolismo, sabato si è consumato un momento storico all’interno della Basilica di San Pietro a Roma: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky si sono incontrati faccia a faccia per una quindicina di minuti per discutere un possibile cessate il fuoco nella guerra tra Russia e Ucraina.
Non un luogo qualsiasi ha fatto da cornice al colloquio.
In pochi però avranno notato che a fare da sfondo a questo incontro storico è stato un dettaglio che rimanda ad Aprilia e Ardea.
Trump e Zelensky e la Porta di Manzù legato ad Aprilia e Ardea
Si tratta della celebre “Porta della Morte” della Basilica, realizzata in bronzo dallo scultore Giacomo Manzù, un’opera intrisa di un potente messaggio di pace.
La scelta, forse casuale ma inevitabilmente carica di significato, è avvenuta proprio nel giorno del funerale del Pontefice, un evento che ha già immerso il Vaticano in un clima di raccoglimento universale.
Davanti a quella porta bronzea, realizzata dal grande scultore che visse a lungo tra Aprilia e Ardea, si è aperto un dialogo che molti, fino a poche settimane fa, ritenevano impossibile.
La “Porta della Morte”, completata da Manzù negli anni Sessanta, racconta la fine della vita terrena ma, soprattutto, testimonia una tensione verso la speranza e la riconciliazione.
Non è una mera rappresentazione del lutto: nei suoi bassorilievi emerge una profonda compassione, un invito al superamento della violenza.
Manzù, da sempre convinto sostenitore della pace, aveva concepito quest’opera non come una barriera, bensì come un passaggio verso la misericordia e l’umanità.
La Porta della morte apre il dialogo di pace
Non è sfuggito ai presenti il paradosso e la bellezza della scena: Trump, presidente americano, e Zelensky, leader di un’Ucraina martoriata, a confrontarsi proprio lì, sotto lo sguardo silenzioso delle figure scolpite da un artista che aveva fatto della pace il filo rosso della sua vita.
“La Porta della Morte” è considerata il suo capolavoro assoluto, con quella fusione dello spirito laico con la religiosità delle scene, rappresentate con umana semplicità.
Il colloquio tra i due leader, secondo fonti vaticane, sarebbe stato “serio, difficile ma costruttivo”. Nessun annuncio ufficiale è stato dato, ma filtrano segnali di apertura a un possibile negoziato che potrebbe portare a una tregua nelle prossime settimane.
In un mondo lacerato da conflitti, il fatto che una porta nata dal dolore e dal desiderio di pace sia stata testimone di un tentativo di riconciliazione non può che alimentare la speranza.
Come avrebbe voluto Manzù, in quell’angolo di eternità scolpita nel bronzo, forse si è aperto — almeno per un momento — un varco verso la vita.
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