Non si placa la disputa legale intorno al famoso chiosco-dehors sulle sponde del lago Albano, situato proprio nello slargo principale all’arrivo dal discesone del lungolago, uno dei posti più noti dell’area.
Castel Gandolfo, la contesa giudiziaria sul chiosco prosegue
Le due società titolari dell’attività commerciale, un bar-ristorante, hanno deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro la recente sentenza del TAR che dava per buone le ragioni del Comune di Castel Gandolfo.
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Alle società era stato prima concesso il via libera alla realizzazione dell’opera, una struttura di circa 10 metri per 4, grazie alla formula del silenzio-assenso. Il Comune poi ha revocato tale ok, imponendo la rimozione immediata della struttura.
Ora il Comune di Castel Gandolfo, a sua volta, ha deciso di costituirsi in giudizio al Consiglio di Stato a difesa delle proprie ragioni.
Castel Gandolfo ricorsi e controricorsi
La decisione è stata ufficializzata dalla Giunta comunale, riunita sotto la presidenza del sindaco Alberto De Angelis, con l’approvazione unanime della delibera n. 60 del 15 aprile 2025.
Il cuore del nuovo e secondo contenzioso giudiziario ruota attorno alla sentenza n. 3211/2025 del TAR del Lazio, che ha già dato ragione – come anzidetto – all’Amministrazione comunale di Castel Gandolfo in primo grado.
Le due società, attive nella gestione del chiosco, hanno ora presentato appello all’ultimo gradi della giustizia amministrativa per chiederne l’annullamento, tentando così di ribaltare l’esito sfavorevole e di salvare il chiosco.
Il Comune punta sugli stessi avvocati
A supportare l’ente saranno ancora gli avvocati Marco Mastracci e Silvano Mazzantini dello studio MPMLEGAL, già protagonisti della vittoria davanti al TAR.
La conferma dell’incarico legale è stata motivata dall’urgenza di rispettare i tempi tecnici per la costituzione in giudizio e dalla volontà di garantire continuità nella strategia difensiva.
La spesa prevista per l’affidamento del nuovo incarico è di 8.840 euro.
Una questione strategica per il lago
La controversia, secondo il Comune, si inserisce in un quadro più ampio di tutela del patrimonio pubblico e di regolamentazione delle concessioni sulle aree demaniali.
La presenza del chiosco, ritenuta non conforme ai vincoli paesaggistici e urbanistici vigenti, ha spinto il Comune di Castel Gandolfo ad agire con determinazione, ponendosi come obiettivo la piena valorizzazione del lago Albano nel rispetto delle normative ambientali.
Secondo quanto emerge dagli atti comunali, l’Amministrazione intende difendere non solo il risultato ottenuto in primo grado, ma anche l’impostazione generale volta a limitare forme di occupazione ritenute non compatibili con l’area di pregio naturale.
Il valore simbolico della battaglia, per Castel Gandolfo e il lago
Al di là della singola vicenda, il caso assume un valore simbolico per Castel Gandolfo.
Difendere il lago significa, per l’Amministrazione, tutelare una delle principali risorse turistiche e naturali della città, inserita nel cuore del Parco Regionale dei Castelli Romani. In questo senso, la scelta di proseguire la battaglia legale rappresenta una presa di posizione chiara a favore di un utilizzo più rispettoso e sostenibile del territorio.
Dall’altra parte le due società si sentono danneggiate soprattutto dal fatto che la costruzione del chiosco era stata ‘tollerata’ (silenzio-assenzo) e solo in un secondo momento osteggiata.
Il contenzioso, quindi, non si annuncia breve né semplice. L’appello delle società al Consiglio di Stato riapre il fronte giudiziario e lascia ancora in sospeso il destino del chiosco tanto discusso.
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