Una nuova grana si profila all’orizzonte per il Comune di Latina. Durante i lavori della Commissione Bilancio del 24 aprile scorso, il consigliere di opposizione Dario Bellini ha acceso i riflettori su una possibile restituzione di denaro ai cittadini, legata agli aumenti della Tari decisi nel 2023.
Secondo Bellini, per coprire l’aumento del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (il “paracadute” per le bollette Tari non pagate), il Commissario prefettizio avrebbe aumentato la tassa rifiuti del 30%. Una decisione che, nei fatti, ha caricato sui cittadini onesti anche l’insolvenza di chi la Tari non la paga.
“È la prima beffa,” ha sottolineato Bellini, evidenziando come i contribuenti onesti si siano trovati a sostenere un peso non loro.
I soldi della Tari “congelati”
Ma il problema vero – e potenzialmente esplosivo – riguarda il congelamento di circa 6 milioni di euro. Una somma che il Comune di Latina ha dovuto accantonare perché l’Autorità ARERA potrebbe ritenere illegittimi gli aumenti della Tari 2023 e obbligare l’amministrazione a rimborsare gli utenti.
“Siamo sub iudice”, ha detto Bellini: il Comune di Latina è in attesa della decisione dell’Autorità, con il rischio concreto di dover restituire quei soldi.
Sotto accusa finisce anche l’attuale assessora al Bilancio, Ada Nasti, che nel 2023 era sub-commissaria prefettizia e quindi tra i responsabili delle scelte ora contestate.
Bellini critica inoltre la decisione della maggioranza Celentano di confermare la stessa impostazione per il 2024, prevedendo nuovi aumenti: +15% per le utenze commerciali e +6% per quelle domestiche.
La provocazione
Il Consigliere conclude con una provocazione: “Era giusto caricare i maggiori costi solo sulla Tari pagata dai cittadini onesti? Non sarebbe stato più equo spalmare il fondo sulla fiscalità generale, magari rinunciando a qualche opera di abbellimento?”
A peggiorare il quadro, secondo Bellini, sono le scelte dell’amministrazione Celentano sulla gestione dei rifiuti: un nuovo piano industriale da 8 milioni di euro in più, con soluzioni che, a suo dire, non favoriscono la lotta all’evasione della tassa.
Il rischio, per Latina, è doppio: cittadini che pagano più del dovuto e un possibile maxi-rimborso che peserebbe ulteriormente sui conti comunali.
A Latina ignorata l’unica soluzione per ridurre la Tari
La Tari aumenta nei comuni dove non viene applicata la raccolta differenziata Porta a porta. Questo dato è confermato da quanto avviene in tutti i comuni d’Italia.
Con il Porta a porta si riescono ad individuare abbastanza facilmente gli evasori, in più il costo di smaltimento dei rifiuti diminuisce enormemente. Questi due fattori, uniti, comportano che le bollette della Tari non aumentano o addirittura diminuiscono.
Ma Latina continua con soluzioni ‘estemporanee’ che continuano a comportare aumenti delle tasse, incapacità di scovare gli evasori e pessimo servizio per la città.
A rimetterci sono i cittadini onesti (che pagano anche per gli evasori) e la città, sempre più sporca e con i bilanci in difficoltà.
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