Il piccolo è nato lo scorso 14 aprile da una coppia di falchi pellegrini che da alcuni anni frequenta il tetto della sede storica della Regione Lazio, di via Cristoforo Colombo.
I due falchi pellegrini si chiamano Marte e Venere. La Regione Lazio ha deciso di aprire un contest per trovare adesso un nome al neonato falchetto.
La scelta del nome per il falco pellegrino “mascotte” della Regione Lazio
I cittadini del Lazio potranno dare un nome al piccolo di falco pellegrino partecipando ad un contest online. Per partecipare al contest realizzato da Regione Lazio insieme a Parchilazi si vota qui: https://whatsapp.com/channel/0029VaFlSKD9sBI2VS4mw52h/669
I cittadini potranno votare un nome maschile e uno femminile tra i seguenti proposti:
Per il maschile: Enea, Castore e Tarquinio.
Per il femminile: Circe, Diana e Velia.
Al momento non si conosce ancora il sesso del piccolo. Il sesso del pullo sarà verificato dagli ornitologi con la pesatura al momento dell’inanellamento, che avverrà tra qualche settimana.
Nel frattempo i più curiosi potranno osservare il nido dei falchi pellegrini sul palazzo della Regione Lazio in diretta via webcam cliccando sul sito Parchilazio.it.
La scoperta delle uova di falco pellegrino sul tetto del Palazzo della Regione
A inizio marzo, uno degli addetti al servizio di vigilanza antincendio aveva notato alcune uova sotto a uno dei pannelli solari installati sul tetto del Palazzo della Regione, sulla via Cristoforo Colombo.
Sono stai subito allertati i tecnici naturalisti e gli ornitologi della Direzione Ambiente, Cambiamenti climatici e Transizione energetica e Sostenibilità, Parchi. Gli esperti hanno confermato che si trattava di quattro uova di falco pellegrino ed hanno installato una fotocamera per monitorare la coppia di falchi e vedere se stavano covando le uova.
La coppia di falchi frequentava il tetto del Palazzo della Regione già da qualche anno ma passati tentativi di nidificazione non erano andati a buon fine. Per questo motivo gli ornitologi seguivano con apprensione l’attività della coppia.
Finalmente il 15 aprile sempre lo stesso addetto al servizio di vigilanza ha scoperto che era nato un piccolo. Le altre uova non si sono però schiuse.
Le due telecamere posizionate sotto ai pannelli danno la possibilità di seguire la crescita del pullo in diretta.
Per pullo si intendono i nidiacei inetti, ovvero quei pulcini che al momento della nascita sono totalmente dipendenti dai genitori. In alcune specie, ad esempio nelle anatre, i pulcini sono invece nidifughi, escono cioè quasi subito dal nido.
Perché i falchi pellegrini hanno nidificato sul Palazzo della Regione
Il falco pellegrino è un rapace che nidifica su pareti rocciose, sia in montagna sia sulla costa.
Per una coppia di falco pellegrino un palazzo molto alto come quello della Regione Lazio rappresenta dunque una “parete rocciosa” con gli stessi vantaggi, come il controllo di un ampio spazio aereo dove cacciare.
Pur prediligendo di gran lunga aree aperte e selvagge per vivere e costruire il nido, non è dunque raro scorgere il falco pellegrino su costruzioni artificiali quali grandi edifici in città, specialmente torri e campanili.
Il Falco Pellegrino è un rapace diurno specializzato nella caccia ad altri uccelli in volo. La sua caratteristica più famosa è la velocità. Può raggiungere anche i 300 km/h in picchiata.
Depone da 2 a 5 uova. Principalmente è la femmina che cova le uova, mentre il maschio provvede al cibo.
Il pullo farà il suo primo volo circa 35-40 giorni dopo la nascita. Pochi giorni prima di spiccare il primo volo, il giovane falco inizierà a fare dei movimenti con le ali, sbattendole nel nido. Calcolando che il piccolo è nato presumibilmente il 14 aprile, tra 2 – 3 settimane spiccherà il volo.
Una sorpresa di primavera
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha così commentato la nascita del piccolo falco pellegrino:
«Il piccolo falco pellegrino nato sul tetto della Regione Lazio è una bellissima sorpresa di primavera: un segno di vita e di speranza che ci ricorda quanto sia importante rispettare e proteggere l’ambiente, anche e soprattutto in città. Una nascita che ci riempie il cuore e ci ricorda la grazia e la bellezza della natura, sempre più fragile e da tutelare, ma capace ogni volta di sorprenderci».
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