Dopo anni, anzi decenni di attesa e promesse mai concretizzate, arriva il via libera ufficiale del Comune di Castel Gandolfo per l’avvio dei lavori di recupero e valorizzazione dell’area archeologica del Villaggio delle Macine, uno dei più importanti siti dell’età del Bronzo in Europa.
Il progetto prevede la manutenzione e la bonifica dell’area verde situata sulla sponda ovest del Lago Albano, includendo anche la zona denominata “11 Scogli”. L’obiettivo è ripristinare la fruibilità di un patrimonio storico unico e riconsegnarlo, in sicurezza, alla collettività.
Lago di Castel Gandolfo, i gravi errori errori al Villaggio delle Macine
Il Villaggio delle Macine rappresenta uno dei più straordinari insediamenti palafitticoli del continente europeo. Secondo le stime degli archeologi sarebbe risalente a un periodo compreso tra il 2140 e il 1490 a.C.
Fu scoperto nel 1984 a seguito del ritrovamento accidentale di un’ascia in bronzo.
Da allora, una lunga campagna di scavi durata oltre un decennio ha portato alla luce numerosi elementi straordinariamente conservati: pali lignei, utensili in rame e ceramica, resti di strutture e strumenti di uso quotidiano, che testimoniano la vita di una comunità organizzata e stabile.
La progressiva diminuzione del livello del lago, avvenuta a partire dalla fine degli anni Ottanta, ha reso visibile ciò che per secoli era rimasto nascosto a oltre 15 metri di profondità. Si trattava di pali che fungevano da base al villaggio di palafitte databile all’età del bronzo (circa 2300-1000 a.C.)
Per secoli l’acqua e la sabbia avevano protetto questi pali di legno che poi, una volta venuti a contatto con l’aria e la vegetazione, sono degradati velocemente, fino praticamente a sparire in pochi anni .
È così scomparsa una delle più importanti testimonianze archeologiche di tutta l’area dei Castelli Romani. Nonostante le (poche) voci che avevano lanciato l’allarme, non si è riusciti a creare un progetto conservativo.
Ora dove è il sito archeologico c’è solo una folta e disordinata vegetazione fino al bordo del lago.
360mila euro per l’area archeologica e non solo
Il progetto di recupero prevede una serie di interventi mirati alla messa in sicurezza e alla riqualificazione dell’area, a partire dallo sfalcio, la potatura e l’abbattimento di alberature secche o pericolanti.
Il Comune di Castel Gandolfo ha ottenuto un finanziamento straordinario pari a 360.000 euro, stanziato dalla Regione Lazio in attuazione della DGR 951/2022.
I lavori saranno seguiti dallo studio associato Urban Tòpia s.s. di Roma, individuato come soggetto idoneo a ricevere l’incarico diretto per la redazione del progetto, la direzione lavori e le indagini geologiche.
Il piano non si limita alla sola tutela archeologica, ma include anche un’opera di bonifica ambientale e manutenzione paesaggistica dell’intero versante occidentale del lago.
Il sito, al momento inaccessibile e in stato di semi-abbandono, sarà ripulito e messo in sicurezza, con l’intento di renderlo nuovamente visitabile.
Un’occasione per riscoprire l’importante area archeologica
Una volta completati i lavori, si spera che tale bonifica ridia impulso agli studi degli archeologi e si sviluppi il meritato interesse storico-turistico per quell’area.
il Villaggio delle Macine potrebbe davvero diventare un nuovo importante polo di attrazione culturale e turistica per il territorio dei Castelli Romani, con ricadute positive anche sul tessuto economico locale.
Gli studi condotti fino agli anni Novanta hanno evidenziato come la comunità del villaggio fosse dedita non solo alla pesca, ma anche all’allevamento e all’agricoltura.
Resti animali e varietà di semi rinvenuti sul sito dimostrano un’economia diversificata e strutturata, segno di una società complessa.
La qualità dei reperti emersi e la rarità del contesto, sospeso tra acqua e terra, rendono questo sito un unicum nel panorama archeologico europeo.
Il recupero dell’area archeologica, oggi finalmente avviato, rappresenta un passo decisivo verso la tutela della memoria collettiva e della storia più antica del territorio del lago Albano di Castel Gandolfo.
Prossimi passi e tempi previsti
L’affidamento è stato formalizzato attraverso la piattaforma digitale del Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA), in linea con le nuove disposizioni sulla digitalizzazione dei contratti pubblici.
Il progetto esecutivo sarà redatto nei prossimi mesi, con l’obiettivo di avviare i lavori entro l’anno. L’intervento sarà inserito nel più ampio quadro del Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2024–2026, già approvato dal Consiglio Comunale.
Con questa decisione, Castel Gandolfo compie un passo concreto verso la riqualificazione di un sito che unisce natura, archeologia e memoria. Un’eredità millenaria che merita di essere finalmente riscoperta.
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