Una maxi villa di 386 metri quadri costruita abusivamente nell’area di via Colle Pisano, a Frascati, sta per tornare nelle mani dei suoi proprietari.
Lo ha deciso il Tribunale Amministrativo regionale (TAR) del Lazio, che ha accolto parzialmente il ricorso del 2021 (quindi 4 anni fa) presentato contro il Comune di Frascati dai proprietari.
Il caso ruota attorno a un errore fondamentale commesso dall’amministrazione: l’area acquisita al patrimonio comunale supera di gran lunga il limite massimo consentito dalla legge.
Il Comune di Frascati sbaglia la procedura: l’errore dell’Ufficio Tecnico
La normativa urbanistica prevede infatti che, in caso di mancata demolizione di un’opera abusiva, il Comune possa acquisire al proprio patrimonio l’immobile e l’area necessaria per la realizzazione di opere analoghe, ma con un ‘tetto’ preciso.
L’area acquisita non può superare dieci volte la superficie utile costruita illegalmente. In questo caso, a fronte di un abuso edilizio di 386 metri quadrati, il Comune ha espropriato un terreno di ben 4.490 metri quadrati.
Il Tar accoglie il ricorso, parzialmente: ma Frascati perde la partita vera
La sentenza, pronunciata dal TAR del Lazio, evidenzia che l’acquisizione dell’intera proprietà è avvenuta quindi in modo errato.
l Tribunale ha quindi annullato, in parte, la determinazione comunale che disponeva l’esproprio dell’intero lotto, ristabilendo il limite legale all’area acquisibile. In altre parole, l’area superiore a dieci volte la superficie dell’abuso non poteva essere espropriata.
Ora la procedura dovrà ripartire daccapo.
Secondo i giudici, il Comune di Frascati avrebbe dovuto motivare e documentare la necessità di acquisire una superficie così estesa, tenendo conto della classificazione urbanistica del terreno e delle relative prescrizioni tecniche.
In mancanza di queste giustificazioni, l’atto è stato ritenuto parzialmente illegittimo.
Nessuna illegittimità sulla multa da 4.000 euro
Diversa la conclusione del TAR sulla sanzione pecuniaria di 4.000 euro imposta ai due proprietari.
Secondo i giudici amministrativi, il Comune di Frascati si è attenuto a una direttiva interna risalente al 2009, che prevede sanzioni parametrate al volume dell’abuso edilizio.
La multa, dunque, è stata ritenuta legittima, anche in assenza dell’impugnazione diretta della direttiva che ne ha determinato l’importo.
I ricorrenti avevano contestato genericamente la mancanza di motivazione, ma non hanno fornito elementi concreti per invalidare il provvedimento. Di conseguenza, il Tribunale ha confermato la validità della sanzione.
Esproprio eccessivo, l’errore costa caro
L’errore commesso dal Comune di Frascati, seppur in un contesto di lotta all’abusivismo edilizio, apre un precedente significativo in materia di acquisizioni coattive.
La sentenza chiarisce che l’amministrazione pubblica non può estendere oltre i limiti normativi la superficie da espropriare, anche quando si tratta di sanare situazioni urbanistiche irregolari.
Il TAR ha infatti ribadito la necessità di rispettare scrupolosamente i limiti previsti dalla legge e di motivare adeguatamente ogni deroga o ampliamento dell’area acquisita.
Un errore di calcolo o una motivazione insufficiente possono infatti portare all’annullamento degli atti amministrativi, in tutto o in parte, fino alla restituzione dei beni ai privati.
Un errore troppo “comune”
In conclusione, il ricorso presentato dai proprietari della villa è stato accolto, ma solo in parte.
La determinazione con cui il Comune di Frascati aveva acquisito l’intera proprietà è stata annullata per la porzione eccedente i limiti di legge. Tuttavia, la sanzione pecuniaria resta in vigore.
Ora il Comune di Frascati dovrà far ripartire la procedura, inserendo le misure esatte.
Questo tipo di errore però si sta verificando in molte pratiche in diversi comuni.
Non si riesce a capire come dei tecnici comunali esperti in materia edilizia possano sbagliare un iter così chiaro da seguire, quello delle proporzioni tra area dell’abuso e superficie da acquisire a patrimonio.
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