Aveva trasformato la propria abitazione in un vero e proprio laboratorio clandestino, un’officina “in house” dove modificava e confezionava armi da fuoco pronte per essere vendute sul mercato nero.
È questo il primo anello della catena criminale scoperta dagli agenti del Commissariato di Anzio-Nettuno nel corso di un’indagine lampo che ha portato all’arresto di tre uomini, tutti collegati a un giro di traffico di droga e armi illegali che si muoveva tra i Castelli Romani e il litorale sud di Roma.
Primo arresto a Velletri
Il punto di partenza delle indagini è stato un input investigativo che ha portato i poliziotti a effettuare una perquisizione domiciliare nei confronti di un 62enne residente a Velletri.
L’uomo, secondo gli inquirenti, operava come una sorta di “artigiano” delle armi clandestine: all’interno della sua abitazione, trasformata in una vera e propria officina, sono state rinvenute pistole modificate, munizioni e altri strumenti da sparo, tutti perfettamente funzionanti e pronti per essere messi in circolazione.
Secondo arresto sulla Nettunense
Le indagini non si sono fermate alla scoperta del laboratorio velletrano.
Seguendo la pista aperta da quell’arresto, gli agenti sono riusciti a individuare e fermare un secondo soggetto, un ragazzo di 20 anni residente a Roma.
Il giovane è stato intercettato mentre percorreva a tutta velocità la via Nettunense. Dopo un inseguimento non breve, è stato bloccato e perquisito.
Addosso aveva tre involucri di crack e 550 euro in contanti.
Ma ciò che ha più colpito gli inquirenti è stata la presenza di una pistola scacciacani modificata, con un colpo in canna, nascosta tra i sedili della sua auto. Un’arma a portata di mano, pronta all’uso.
La successiva perquisizione nella sua abitazione ha confermato i sospetti. Sotto le lenzuola del letto, gli agenti hanno trovato una seconda pistola modificata e silenziata, insieme ai proiettili, ordinatamente nascosti in un maglione piegato dentro un armadio.
Nella stessa casa, tra cassetti e scomparti segreti, i poliziotti hanno rinvenuto oltre 300 dosi di droga tra cocaina e marijuana. Le dosi erano già confezionate e pronte per la vendita.
Ma il ritrovamento più singolare è stato un “dizionario dello spaccio”: un librone artigianale che nascondeva tra le pagine circa 5.000 euro in contanti, in banconote di vario taglio, presumibilmente frutto dell’attività illecita.
Questo elemento ha rafforzato il quadro indiziario intorno a una struttura organizzata e meticolosa, capace non solo di gestire il traffico di stupefacenti, ma anche di curare in modo dettagliato la contabilità dell’intero sistema.
Il terzo arresto: appunti, nomi e altri stupefacenti
Il cerchio si è chiuso all’alba del giorno successivo. Gli investigatori hanno fatto scattare un’ulteriore operazione che ha portato all’arresto del terzo complice, un 26enne romano.
All’interno della sua abitazione, gli agenti hanno trovato tre quaderni pieni di appunti. Su quelle pagine erano annotati i nomi dei clienti e dei soci “in affari”. Tra questi spiccava proprio quello del 20enne fermato il giorno precedente.
Insieme ai documenti sono stati sequestrati altri 200 grammi tra hashish e cocaina, oltre a circa 3.000 euro in contanti.
Tutti elementi che, per gli inquirenti, confermano l’esistenza di un sistema ben strutturato in cui armi e droga viaggiavano insieme, sostenute da una rete di rapporti e da una gestione logistica articolata.
La Polizia di Anzio prosegue le indagini
Le indagini del Commissariato Anzio-Nettuno sono tuttora in corso per verificare eventuali ulteriori coinvolgimenti e comprendere l’intera estensione della rete.
La presenza di quaderni contabili e di armi modificate su più livelli fa ipotizzare un’organizzazione che potrebbe non limitarsi ai tre arrestati.
Per dovere di cronaca e nel rispetto della normativa vigente, si precisa che le evidenze informative sopra riportate riguardano la fase delle indagini preliminari. Di conseguenza, tutte le persone coinvolte devono essere considerate presunte innocenti fino a eventuale sentenza definitiva di condanna.
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