“Non ci resta che rivolgerci al presidente del Consiglio Giorgia Meloni per sbloccare la situazione”.
È l’appello disperato di Domenico Spina, uno degli armatori della flottiglia peschereccia di Anzio, che torna a denunciare l’emergenza insabbiamento del porto e a sollevare con forza il problema della sicurezza per chi lavora in mare.
Da mesi, infatti, i pescatori locali attendono l’avvio dell’escavo promesso dalla Regione Lazio per liberare i fondali da oltre 24mila metri cubi di sabbia che ostacolano il passaggio delle imbarcazioni.
“Si parla tanto di sicurezza sul lavoro – sottolinea Spina – ma nel nostro caso non viene garantita. Anche negli ultimi giorni, uscendo per pescare, abbiamo toccato il fondale”.
Porto di Anzio, navigazione in crisi, ma qualcuno ‘dorme’
Il rischio non riguarda solo il comparto della pesca, già in difficoltà economica, ma anche la navigazione in generale, con implicazioni dirette per il turismo nautico e il traffico commerciale.
La Regione Lazio ha stanziato un milione di euro per l’intervento straordinario, ma prima di procedere con i lavori è necessario effettuare i rilievi batimetrici e l’analisi della sabbia da rimuovere. Passaggi tecnici obbligati, che richiedono almeno 15-20 giorni, ma che al momento non sono ancora partiti.
Dalla Capitaneria di porto fanno sapere che il Comune di Anzio ha individuato la società incaricata di eseguire i rilievi e che si attende a breve la comunicazione di inizio lavori.
I pescatori di Anzio: “Si sta perdendo tempo prezioso”
Ma i pescatori non sono soddisfatti: “Stiamo perdendo tempo prezioso – insiste Spina –. Se l’intervento non parte subito, rischia di slittare a settembre, compromettendo l’intera stagione estiva”.
La flottiglia anziate è mobilitata dall’ottobre scorso, quando denunciò per la prima volta il problema.
Oggi, a distanza di mesi, la situazione resta immutata: fondali impraticabili, rischi crescenti per la navigazione e un’economia del mare che fatica a restare a galla.
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