Slitta quindi di altri 180 giorni l’avvio del piano edile, la cui realizzazione doveva essere imminente, da 77mila metri quadri denominato Cartabrutta, una lottizzazione così grande che possiamo definire “quartiere”, anche se il termine burocraticamente non è esatto.
Si tratta di un piano edile approvato che sarà edificato al confine con il territorio del comune di Rocca di Papa.
La controversia politica e giudiziaria riguardante il quartiere Cartabrutta si arricchisce infatti di un nuovo, ennesimo capitolo.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha concesso una nuova, seconda e quindi ulteriore proroga di 180 giorni al Commissario ad Acta nominato per dirimere la vicenda.
Lo stesso Tribunale, già a ottobre scorso, aveva concesso una proroga analoga. Il Commissario ad acta ha quindi, di nuovo, facoltà di tentare, ancora, di portare a termine le procedure per la definitiva approvazione del piano edile e l’avvio delle ruspe.
L’ordinanza giudiziaria, pubblicata a fine aprile, segna un nuovo punto fermo in una vicenda amministrativa che si protrae ormai da anni, fra contenziosi, tecnici e politici, ritardi e sollecitazioni.
Grottaferrata, nuovi edifici per 1.000 abitanti
I 35 nuovi edifici dovrebbero occupare un’area ampia quasi 80mila metri quadri, situata nei pressi di via Marinetti e via Quattrucci.
Il progetto di lottizzazione, presentato dal consorzio “Cartabrutta“, prevede la costruzione di oltre 37mila metri cubi di edifici residenziali, destinati a ospitare più di 900 nuovi abitanti, forse 1.000.
Una battaglia lunga 7 anni
Il contenzioso tra il Consorzio Cartabrutta e il Comune di Grottaferrata nasce nel 2017, quando il Consorzio ha presentato istanza per l’approvazione di un piano di lottizzazione su un’ampia area del comprensorio C.M.I. 2b.
Il mancato riscontro da parte dell’amministrazione ha portato a un ricorso al TAR, che nel 2018 ha accolto le richieste dei proponenti, ordinando al Comune di Grottaferrata di concludere l’iter entro novanta giorni.
Da allora, però, il procedimento ha subito numerose interruzioni, rendendo necessario l’intervento di un Commissario ad acta nominato dal Prefetto di Roma.
Nel corso degli anni, l’iter ha incontrato diversi ostacoli di natura tecnica e amministrativa.
Una delle criticità principali è stata individuata nella presunta incongruenza dei dati contenuti nel computo metrico estimativo delle opere pubbliche da realizzare, oltre alla mancanza – secondo gli uffici comunali – della documentazione relativa agli interventi infrastrutturali previsti per adeguare Via del Seminario e realizzare il collegamento tra Via del Pratone e Via Rocca di Papa.
Il Consorzio Cartabrutta ha risposto alle obiezioni trasmettendo un quadro economico aggiornato e chiarendo che la documentazione richiesta era in realtà già presente agli atti del Comune, anche se indicata con un protocollo errato nella precedente deliberazione commissariale.
Una volta appurata la presenza degli elaborati, il Commissario ad acta ha preparato una proposta di rettifica della deliberazione del 2022, contenente anche l’approvazione definitiva dei documenti tecnici ed economici aggiornati.
Ora il Comune di Grottaferrata deve dare il parere
La proposta di delibera è stata inviata al Segretario Generale del Comune di Grottaferrata lo scorso febbraio, ma i pareri obbligatori di regolarità tecnica e contabile non sono ancora stati rilasciati.
Questo passaggio è fondamentale per arrivare alla stipula della convenzione urbanistica, atto conclusivo dell’intero procedimento. Proprio la mancata conclusione di questo iter ha spinto il Commissario a richiedere una nuova proroga, che il TAR ha accolto.
Con l’ordinanza emessa a fine aprile, il Tribunale ha ufficialmente assegnato ulteriori sei mesi al Commissario per concludere tutte le operazioni.
Il nuovo termine decorre dalla comunicazione formale dell’atto, fissando così la scadenza a ottobre 2025.
La maxi lottizzazione di Cartabrutta, uno dei progetti urbanistici più ambiziosi degli ultimi anni per il territorio di Grottaferrata, resta dunque viva, ma con l’ennesima proroga a calendario.
Una lottizzazione ‘impattante’ per Grottaferrata
A livello istituzionale è in corso certamente uno scontro prettamente ‘burocratico’. Ma in realtà nell’opinione pubblica di Grottaferrata si cela, a nostro parere, una contrapposizione tra posizioni difficili da conciliare.
Da una parte c’è chi vede nello sviluppo edilizio di Grottaferrata e relativo aumento della popolazione una opportunità di crescita, soprattutto economica per la città.
Dall’altra parte ci sono le preoccupazioni per l’eccessivo consumo del suolo e per un territorio già in forte difficolta sia di strutture che anche di servizi, come ad esempio quello principale legato all’approvvigionamento idrico.
Sempre meno acqua e suolo per i Castelli Romani
Tutto il bacino dei Castelli Romani sta infatti vivendo ormai da decenni un veloce e continuo peggioramento per quanto riguarda il settore fornitura di acqua potabile.
I pozzi sono in difficoltà e non riescono a fornire la quantità d’acqua richiesta: si pesca sempre più a fondo e questo comporta un peggioramento della qualità stessa dell’acqua potabile.
I laghi dei Castelli Romani, specie quello Albano, stanno vedendo diminuire il loro livello in maniera drammatica. L’agricoltura soffre sempre più di approvvigionamento idrico. Nuove lottizzazioni e progetti come l’inceneritore di Santa Palomba comportano un forte aumento della richiesta di acqua.
Di contro, Acea e le Istituzioni promettono interventi, che però ancora sono soltanto sul tavolo e inoltre sono stati anche messi fortemente in discussione riguardo la possibilità che possano davvero portare a un miglioramento dell’attuale crisi idrica.
Leggi anche: Grottaferrata, per il contestato piano edile da 77mila metri quadri slitta l’avvio delle ruspe