La Pinsa Romana diventa PAT del Lazio
Con l’aggiunta di 20 nuove specialità tradizionali regionali, la lista dei PAT del Lazio raggiunge adesso quota 492 e colloca la regione Lazio al secondo posto tra le regioni italiane.
Tra queste nuove 20 specialità spicca senza dubbio la ormai stranota e apprezzata Pinsa Romana.
Il nuovo aggiornamento dei PAT è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e sul sito del MASAF, Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Al primo posto per numero di PAT, Prodotti Agroalimentari Tipici, c’è la Campania, con 610 prodotti.
Ma quanto è davvero antica la tradizione della Pinsa Romana?
La Pinsa Romana il segreto della sua origine
L’inserimento della Pinsa Romana nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tipici del Lazio sancisce la “tipicizzazione” di un prodotto che in realtà cela un segreto, poiché non proviene da una tradizione regionale antica, bensì è un prodotto di recente invenzione.
Il suo successo e la sua rapida diffusione sono stati tali che lo hanno reso in pochi anni un prodotto tipico laziale.
Leggenda vuole che la pinsa romana sia una rielaborazione moderna di una focaccia già impastata dagli antichi romani, che sarebbe nominata addirittura nell’Eneide di Virgilio.
Se si cerca “pinsa romana” su Google ancora si trovano numerosi articoli che ne fanno risalire l’origine all’antica Roma. Ma è soltanto una leggenda.
Pinsa Romana, una geniale trovata di marketing
La realtà è che la Pinsa Romana è stata inventata dal tecnico pizzaiolo Corrado Di Marco, che nel 2001 ha registrato il marchio “Pinsa Romana” definendo in modo chiaro gli ingredienti e la preparazione del prodotto.
Con una geniale trovata di marketing, Di Marco ha costruito la leggenda sull’origine antica del prodotto, a partire dal nome, “pinsa”, fatto derivare dal verbo latino “pinsere” che significa schiacciare, pestare, o anche allungare. La pinsa infatti si stende schiacciandola e dandole una forma allungata ovale.
In un’intervista che si trova su YouTube, Di Marco ha svelato tutti i retroscena dell’invenzione della pinsa.
L’impasto ideato da Di Marco ha avuto talmente tanto successo che quello che era un marchio registrato è diventato un nome d’uso comune.
E oggi è appunto diventato addirittura un PAT, Prodotto Agroalimentare Tipico del Lazio.
L’impasto della pinsa è reso particolarmente digeribile da un mix di farine ideato proprio da Di Marco: farina di frumento, farina di soia, farina di riso e pasta madre.
Wikipedia e quella voce “pinsa” che non c’è più
Anche Wikipedia all’inizio ha creduto all’origine antica della pinsa.
Fino a qualche tempo fa infatti anche la celebre enciclopedia on line definiva la pinsa come “Tipica della cucina romana, già nota nell’antica Roma” e citava il VII libro dell’Eneide di Virgilio.
Oggi quella voce su Wikipedia non c’è più. Curiosamente però esiste la voce in tedesco. Nella versione tedesca si fa proprio riferimento all’invenzione della pinsa da parte di Corrado Di Marco.
Sebbene sia vero che anche le antiche popolazioni laziali impastavano delle focacce, la Pinsa Romana non è una ricetta tradizionale tramandata nei secoli. È un alimento recentissimo.
I PAT, Prodotti Agroalimentari Tipici
I Prodotti Agroalimentari Tradizionali sono alimenti le cui tecniche di lavorazione, conservazione e stagionatura sono tramandate da almeno 25 anni, in modo omogeneo e conforme alle consuetudini locali.
La normativa prevede per questi prodotti la possibilità di accedere a deroghe igienico-sanitarie specifiche, come l’utilizzo di locali storici o attrezzature tradizionali, per salvaguardarne l’autenticità e la microflora autoctona, garantendo al tempo stesso sicurezza e salubrità.
Ogni anno il Ministero dell’Agricoltura pubblica l’elenco aggiornato dei PAT, divisi per Regione e per categoria: bevande analcoliche, distillati e liquori; carni (e frattaglie) fresche e loro preparazioni; condimenti; formaggi; grassi (burro, margarina, oli); prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati; paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria; prodotti della gastronomia; preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi; prodotti di origine animale (miele, prodotti lattiero caseari di vario tipo escluso il burro).
I nuovi Prodotti Tipici 2025 del Lazio
Questo l’elenco dei nuovi PAT, Prodotti Agroalimentari Tipici del Lazio secondo l’aggiornamento del 2025:
- Salsiccia matta (RI)
- Bòrza e Puccàtta (RI)
- Cargiuni (RI)
- Ciambella o ciammella di San Michele (VT)
- Ciambella pastenese – detta anche Ciambella cresciuta di Pastena (FR)
- Coèlle (RI)
- La Viscotta di San Felice Circeo (LT)
- Pan di Via (Lazio)
- Pascotta di Traetto – di Minturno (LT)
- Pinsa Romana (LAZIO)
- Pizza con le noci (RI)
- Pizza di ricotta (RI)
- Ricocè – Ricoc’ha (RI)
- Bistecca santeliana (FR)
- Cinghiale alla cacciatora / a bujone / alla viterbese o maremmana (LAZIO)
- Cinghiale in agrodolce – all’uso della Maremma laziale (LAZIO)
- Pappardelle al ragù di cinghiale (LAZIO)
- Pecora alla cottóra (RI)
- Recolatura di Lenticchie di Rascino (RI)
- Tartufo di Colli sul Velino (RI)
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