Lo ha annunciato con profondo rammarico Andrea Calvani, storico titolare dello stabilimento balneare di Latina, con un messaggio che è un grido di dolore, ma anche un atto d’accusa verso chi, secondo lui, avrebbe potuto fare di più – e prima – per arginare il problema dell’erosione costiera.
Scrive Calvani:
“Purtroppo non vi sono più i parametri minimi per poter proseguire con la mia attività. Non esiste più un Lido di Nausicaa, con sommo rammarico. Dopo anni di lotte estenuanti contro l’erosione, mi arrendo”.
Il suo stabilimento, punto di riferimento per molti cittadini e turisti, è letteralmente scomparso sotto l’azione inarrestabile delle mareggiate e della mancanza di interventi strutturali.
La sabbia – quella “materia prima” essenziale per qualsiasi attività balneare – non c’è più.
Un fenomeno ignorato troppo a lungo
Il caso del Lido di Nausicaa è emblematico di una crisi più ampia che coinvolge molte zone costiere del litorale laziale e italiano.
L’erosione, alimentata da cambiamenti climatici, innalzamento del livello del mare e opere umane mal pianificate, ha cancellato metri e metri di spiagge. E, troppo spesso, le risposte delle istituzioni sono arrivate in ritardo, o non sono mai arrivate.
Calvani lo dice chiaramente nella sua dichiarazione, in una frase che suona come una sentenza:
“NON RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE SI SONO SOLO RIEMPITI LA BOCCA, e perdonatemi, ma ci sta.”
Una frase dura, amara, che denuncia la distanza tra le parole spese in riunioni, convegni e promesse, e la realtà vissuta da chi ogni giorno combatteva contro il mare che avanzava.
“Grazie a chi ci ha creduto. Ma ora basta”
Nel suo messaggio, Calvani non dimentica di ringraziare chi lo ha accompagnato in questo lungo percorso: lo staff e la clientela, “che fino all’ultimo mi ha dato la voglia di fare”.
Ma ora, di fronte all’evidenza, anche il coraggio non basta più.
“Ho atteso fino all’ultimo nella speranza che qualche miracolo… ma si vede che erano esauriti.”
La chiusura del Lido di Nausicaa è anche un monito per le istituzioni: l’erosione costiera non è un problema del futuro, è una realtà del presente. E ogni giorno perso senza interventi è un pezzo di costa – e di economia – che scompare.
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