Parliamo dunque di 120 alloggi da destinare all’edilizia residenziale pubblica di Roma, ma ubicati nel territorio di Pomezia.
La Capitale punta quindi ad avere queste disponibilità per rispondere all’emergenza abitativa, grazie a tre soggetti privati pronti a cedere i propri immobili in locazione.
Le abitazioni si trovano nel Comune di Pomezia, e saranno inserite nel piano comunale sul “Diritto all’Abitare”, uno dei pilastri dell’attuale strategia capitolina per contrastare il disagio sociale legato alla carenza di case popolari.
Una soluzione, ma oltre i confini di Roma, a Pomezia
La scelta di Pomezia non è casuale. L’Amministrazione romana cerca soluzioni rapide ed efficaci per alleggerire il peso crescente della domanda abitativa, che non può più essere contenuta – secondo la Giunta Gualtieri – solo all’interno dei confini urbani.
La disponibilità di nuovi alloggi nei comuni limitrofi consente di ampliare il raggio d’azione, senza dover attendere i tempi – spesso lunghi – della patrimonializzazione immobiliare dentro i confini di Roma.
Così la Capitale si muove, con decisione, verso una pianificazione metropolitana dell’abitare.
Tre privati rispondono all’appello
La manifestazione di interesse, avviata formalmente con un atto di dicembre 2024, è rimasta pubblicata per novanta giorni. Al termine del bando, tre proposte concrete sono arrivate agli uffici del Dipartimento Valorizzazione del Patrimonio e Politiche Abitative.
Tre soggetti privati hanno manifestato la volontà di affittare (inizialmente, poi vendere, dopo 18 mesi) un numero complessivo di 120 immobili a Roma Capitale, da destinare a famiglie in condizione di fragilità sociale ed economica.
Commissione incaricata: al via la selezione
Per valutare le offerte e redigere la graduatoria finale, è stata istituita una Commissione interna composta da quattro membri, scelti per la loro esperienza nelle politiche abitative e nella gestione patrimoniale.
Il loro compito sarà quello di verificare la regolarità formale e sostanziale delle proposte, attribuire i punteggi previsti e definire l’elenco degli immobili ammissibili. Una procedura tecnica, ma centrale per garantire trasparenza e rispetto dei criteri pubblici.
Locazione passiva in attesa di soluzioni strutturali
L’iniziativa si colloca all’interno di un più ampio disegno amministrativo che prevede, in prospettiva, l’acquisizione diretta di immobili al patrimonio di Roma Capitale.
Ma nel frattempo, si ricorre alla cosiddetta locazione passiva: affitto da privati a canone concordato, per rispondere subito alle urgenze abitative.
Un metodo già utilizzato in passato, ma che oggi viene strutturato e sistematizzato con regole più chiare.
Abitare come diritto, non come privilegio
Il principio guida resta sempre lo stesso: la casa è un diritto costituzionale, e l’Amministrazione ha il dovere di garantire condizioni di vita dignitose ai suoi cittadini.
I 120 alloggi individuati a Pomezia saranno destinati a chi si trova in situazione di vulnerabilità, senza distinzioni.
Si parla (ma questa voce deve essere confermata) di destinazione a residenti del Municipio XI di Roma, per intenderci quello che contiene quartieri come Magliana, Trullo e Corviale.
Il problema di Roma che esporta il ‘disagio’
Il ‘vizietto’ di provare ad esportare i problemi nei comuni limitrofi Roma ce l’ha sempre avuto, come nel caso degli impianti di lavorazione e smaltimento rifiuti.
Le precedenti esperienze hanno dimostrato che una tale operazione comporta gravi problemi per la città che devo ospitare gli ‘emigranti’ romani.
Non si tratta di razzismo, ma di un ragionamento, anzi, umano e molto semplice.
Queste persone hanno grossi disagi economici e sociali: c’è molta brava gente tra loro, ma anche un’alta percentuale di persone con precedenti giudiziari. Vengono tutti concentrati in una piccola zona, a volte soltanto un grosso palazzo, che diventa così una specie di ghetto.
Le istituzioni locali devono fornire loro tutta una serie di servizi i cui costi economici e sociali però ricadono sull’intera popolazione comunale. E Roma così si è tolta il ‘problema’. Il Campidoglio incamera il patrimonio immobiliare e scarica su altri Comuni i problemi economici e sociali.
Comuni che non hanno strumenti giuridici per opporsi.
Ad Aprilia un caso simile e malriuscito
Guardiamo cosa è successo con il caso di Aprilia.
“Sarà una vera polveriera sociale, difficile da gestire per il Comune di Aprilia” dichiarò il più volte sindaco (scomparso nel 2004) Luigi Meddi alla notizia che Roma aveva acquistato moltissimi appartamenti nel quartiere Europa di Aprilia per usarli come case popolari.
E i fatti gli hanno purtroppo dato ragione.
La zona in questione è diventata una delle più degradate della città, con continui atti di gravissima delinquenza: spaccio di droga, intimidazioni, spari, addirittura bombe e aggressioni alle forze dell’ordine sono all’ordine del giorno in quella zona che, guarda caso, corrisponde proprio a quelle case acquistate dal Comune di Roma.
Allo stato dei fatti questa soluzione di case popolari rischierà di creare soltanto ghetti di cittadini romani di cui Roma se ne laverà poi le mani, lasciando tutti i problemi sulle spalle del Comune di Pomezia.
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