La ragazza, ovvero i suoi genitori, contestavano la decisione del Consiglio di classe, sostenendo di non essere stata adeguatamente supportata dalla scuola e che i problemi di salute, documentati da certificati medici, avevano inciso sul suo rendimento.
Il Tribunale ci ha messo 4 anni per prendere una decisione: sentenza esemplare, ma comunque ‘inutile’, vista la lunghezza del procedimento.
La bocciatura in terzo Liceo a Latina
La studentessa frequentava la terza liceo scientifico sezione B (il nome della scuola è stato reso anonimo) e, già nel primo trimestre, aveva accumulato difficoltà in Disegno e Storia dell’Arte.
Durante l’anno scolastico 2020/2021, ricordiamo caratterizzato dalla pandemia, il Consiglio di classe aveva rilevato anche un numero elevato di assenze e scarso rendimento complessivo.
Scrive il Consiglio di classe a maggio del 2021:
Nel corso dell’anno scolastico la studentessa non è riuscita a superare gli ostacoli via via emersi, date le carenze di base, e per la sua indisponibilità allo studio rigoroso, all’applicazione sistematica, a forme adeguate di interesse per le discipline, alla partecipazione ai vari momenti del dialogo educativo.
Tra le valutazioni del primo trimestre erano presenti insufficienze in alcune discipline non recuperate neppure a seguito degli interventi di sostegno e recupero attivati dalla scuola.
Nonostante le continue offerte formative strutturate della scuola, la studentessa non ha saputo organizzarsi per seguire i percorsi pur facilitati per lei predisposti, e quindi non è riuscita a raggiungere i livelli minimi di preparazione in diverse materie. I risultati delle prove di verifica orali scritte e grafiche nonostante il congruo numero, sono ripetutamente negativi.
Lo stato attuale della preparazione dell’allieva presenta ancora insufficienze gravi e diffuse in numerose materie e risulta del tutto inadeguato alla frequenza della classe successiva.
Nonostante interventi di recupero e sostegno attivati dalla scuola, quindi, la situazione non era migliorata.
Al termine dell’anno, l’alunna è stata bocciata con una motivazione che sottolineava non solo le lacune in molte materie, ma anche la mancanza di impegno, partecipazione e continuità nello studio.
Inoltre, i certificati medici attestanti i motivi delle assenze del primo trimestre erano stati consegnati solo a maggio del 2021
Il ricorso in Tribunale
A questo punto i genitori della ragazza hanno deciso di rivolgersi al TAR del Lazio, contestando appunto l’ingiustizia della bocciatura decisa dal Liceo scientifico di Latina.
Nel suo ricorso, la studentessa ha sostenuto in particolare tre punti principali:
- i suoi genitori non sarebbero stati informati per tempo delle difficoltà scolastiche in corso;
- i giudizi del Consiglio di classe sarebbero stati contraddittori e non corrispondenti ai fatti, in particolare perché nel primo trimestre risultava un solo debito formale;
- le sarebbe stata negata la possibilità di essere interrogata a distanza, nonostante le difficoltà di movimento dovute a problemi fisici.
La decisione del TAR sulla bocciatura al Liceo di Latina
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha esaminato tutta la documentazione, compresi i verbali del Consiglio di classe e gli accessi della famiglia al registro elettronico, e ha concluso che la scuola aveva effettivamente avvisato la famiglia tramite email e l’accesso al registro da parte della madre dimostrava che la comunicazione era stata ricevuta.
Non solo. I certificati medici giustificano le assenze, ma non obbligano automaticamente all’ammissione se il rendimento resta insufficiente.
E comunque le verifiche svolte durante l’anno erano numerose e le insufficienze gravi e diffuse, a dimostrazione che non c’erano stati reali progressi.
La mancata interrogazione in DAD non è stata provata in modo convincente e, anche se fosse avvenuta, non avrebbe comunque cambiato il giudizio complessivo.
La sentenza dei giudici
Secondo i giudici la bocciatura è stata frutto di una valutazione complessiva e motivata. Il numero di assenze, anche se giustificato, ha influito negativamente sulla possibilità della studentessa di recuperare le lacune.
Ma il problema principale è stato il rendimento insufficiente in molte materie, nonché l’atteggiamento ritenuto non sufficientemente proattivo e responsabile.
Il ricorso è stato quindi dichiarato infondato: un chiaro messaggio che frequenza e giustificazioni non bastano se non sono accompagnate da un reale impegno scolastico.
Scuola, i ricorsi inutili e la mancanza di giustizia
Questa vicenda è rappresentativa della totale inutilità di ricorrere alla giustizia amministrativa per opporsi alle bocciature maturate a scuola dai propri figli.
È inutile almeno dal punto di vista scolastico. Basta guardare le date.
La ragazza è stata bocciata a giugno del 2021, il Tribunale ha tenuto l’udienza l’11 aprile 2025 e la sentenza pubblicata il 7 maggio 2025.
In questo caso i giudici hanno dato ragione alla scuola, ma se invece avessero dato ragione ai genitori, comunque la ragazza non avrebbe avuto nessun beneficio ‘scolastico’, visto che sono ormai passati più di 4 anni dalla bocciatura.
Si può magari pensare, in caso di vittoria, a una richiesta di risarcimento economico, ma anche questo appare davvero poco probabile. Come poco probabile è che ora i genitori della ragazza si appellino al Consiglio di Stato, ultimo grado della giustizia amministrativa.
Finché la giustizia avrà questi tempi, non si potrà mai davvero parlare di “giustizia”.
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