Si chiude così con una pronuncia a sfavore di un cittadino che ha fatto ricorso contro il Consorzio Colle Romito di Ardea, dove è residente, perché soggetto, secondo lui, a spese non dovute visto che paga già le tasse.
Cassazione: la cartella del Consorzio è valida
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal residente contro la sentenza della Commissione Tributaria Regionale del Lazio che aveva confermato la legittimità della cartella di pagamento da 520,88 euro relativa all’anno 2015 richiesta dal Consorzio.
Al centro della controversia, un tema di interesse per molti proprietari di immobili ubicati all’interno di consorzi obbligatori o volontari: la legittimità e la motivazione delle richieste economiche avanzate per la manutenzione delle strade private ad uso pubblico.
Il residente, difeso dall’avv. Nicola Giancaspro, ha tentato di far valere la presunta carenza di motivazione degli atti notificati, sostenendo che non fosse chiaro il presupposto impositivo e che mancassero riferimenti agli atti prodromici.
Ricorso respinto
Il ricorso è stato tuttavia rigettato in ogni sua parte.
Secondo la Suprema Corte, i motivi sollevati dal cittadino erano carenti di autosufficienza, cioè privi di una trascrizione chiara e completa dei documenti rilevanti, e non dimostravano un effettivo pregiudizio subito dal contribuente nel corso del processo tributario.
In particolare, la Cassazione ha rilevato che “Le doglianze si basavano su motivi generici, non idonei a fondare una censura in sede di legittimità”.
Il Collegio ha inoltre ribadito che, anche in materia di consorzi per la manutenzione delle strade vicinali, è onere del contribuente dimostrare l’illegittimità dell’imposizione, specie quando il consorzio agisce per scopi di interesse comune, come il mantenimento della viabilità interna.
Ardea: obblighi, diritti e limiti nei consorzi urbani
Il caso del contribuente contro il Consorzio Colle Romito si inserisce in un contesto più ampio di controversie che oppongono i singoli proprietari ai consorzi che amministrano comprensori residenziali, soprattutto ad Ardea.
Il tema è spinoso: i residenti, spesso, contestano l’obbligo di versare contributi se già pagano le tasse al Comune.
Da parte loro, i consorzi – come quello di Colle Romito, difeso in giudizio dall’avv. Luca Perticone – si appellano alla funzione pubblica delle infrastrutture gestite, come strade, illuminazione e fognature, e alla necessità di garantire la sicurezza e la fruibilità collettiva.
Il cittadino, oltre a perdere la causa, è stato condannato al pagamento delle spese processuali in favore del Consorzio, per un totale di 600 euro di compensi e 200 euro di esborsi, oltre agli accessori di legge. Praticamente più del doppio di quello che avrebbe dovuto pagare.
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