Il contenuto della relazione è stato notificato agli ex consiglieri comunali.
In esso si evidenzia come la criminalità organizzata non si sia limitata a infiltrarsi nelle istituzioni locali, ma abbia “occupato” i settori nevralgici del Comune di Aprilia, influenzando direttamente il funzionamento dell’amministrazione.
Il Ministro: ad Aprilia prove inconfutabili di infiltrazioni della mafia in Comune
Nel dettaglio, la relazione evidenzia come l’influenza mafiosa abbia compromesso la “libera determinazione e l’imparzialità dell’amministrazione locale”.
Il Ministro Piantedosi ha parlato di “forme di ingerenza che hanno gravemente pregiudicato il buon andamento dei servizi pubblici, l’ordine e la sicurezza, nonché gli interessi della comunità”.
La relazione si basa sulle conclusioni di una Commissione di indagine nominata dal Prefetto di Latina il 14 agosto 2024.
La nomina avvenne subito dopo l’operazione “Assedio” che nel luglio 2024 portò all’arresto di 23 persone, tra cui l’allora sindaco Lanfranco Principi. Già da allora si parlò di un “sistema Aprilia” in grado di influenzare l’attività amministrativa per scopi illeciti.
Piantedosi ha sottolineato che, per supportare la decisione di sciogliere il Consiglio comunale di Aprilia per un periodo di 18 mesi, la Commissione di indagine ha fornito prove inconfutabili circa i legami tra alcuni amministratori locali e la criminalità organizzata.
In Comune parentele o vicinanze coi mafiosi
In particolare, sono stati accertati rapporti di parentela o frequenti contatti tra esponenti politici e membri di gruppi mafiosi, con legami diretti o indiretti con le cosche operanti sul territorio.
I membri della Commissione d’indagine hanno ricostruito una serie di rapporti che legano la politica locale alle organizzazioni mafiose. Queste si sono infiltrate non solo nel governo del Comune, ma anche nei settori economici e sociali.
È stato così creato un sistema che ha ridotto l’imparzialità delle istituzioni locali.
Ad Aprilia appalti senza controlli anti-mafia
Un aspetto cruciale della relazione su Aprilia riguarda il “sistema di gestione degli appalti pubblici” a favore della mafia.
Il Comune di Aprilia, secondo quanto emerso dalla Commissione, ha abusato degli affidamenti diretti, spesso favorendo le stesse ditte legate alla criminalità organizzata.
L’analisi dei contratti e delle fatture ha rivelato come questi aggiudicatari non venissero mai registrati nel portale di Anac (l’Autorità Nazionale Anticorruzione). Ciò impediva qualsiasi tipo di verifica successiva e rendendo impossibile il controllo sugli appalti.
In molti casi, gli appalti riguardavano lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, interventi di messa in sicurezza di strade comunali e edifici pubblici. Tutti lavori che avrebbero potuto essere affidati a un’azienda speciale del Comune di Aprilia, invece, venivano regolarmente gestiti da aziende riconducibili al sodalizio di mafia.
Inoltre, il Ministro Piantedosi ha rimarcato la mancanza di controlli antimafia. A molte delle imprese coinvolte negli appalti non venivano richiesti né controlli né verifiche preventive da parte delle competenti prefetture.
La Commissione ha anche evidenziato come molte di queste imprese fossero gestite da familiari di esponenti del clan mafioso, con alcuni di loro anche con precedenti penali.
Queste irregolarità sono state supportate da una cattiva gestione dei rapporti contrattuali.
Ad esempio nel caso dei lavori finanziati con i fondi del PNRR, dove il pagamento di una fattura è stato effettuato grazie all’intervento diretto di un esponente del sodalizio criminale.
Inoltre, Piantedosi ha evidenziato l’intromissione mafiosa anche nei settori più delicati come il trasporto pubblico locale e la gestione degli alloggi popolari.
Il Comune di Aprilia ha favorito l’evasione fiscale
L’amministrazione comunale di Aprilia è stata accusata di non aver vigilato su morosità diffuse. Questo ha consentito agli occupanti abusivi di mantenere i privilegi acquisiti, tra cui numerosi legami con la criminalità organizzata.
Altro esempio è quello del trasporto pubblico. Questo è stato affidato a un imprenditore considerato grande elettore, che ha avuto accesso al bando di gara prima della sua pubblicazione, violando le normative e dimostrando come le decisioni siano state pesantemente influenzate dalla criminalità.
Gli omessi controlli a danno della collettività
La gestione degli immobili comunali e degli impianti sportivi, come il chiosco bar all’interno della piscina comunale, ha rivelato gravi irregolarità.
Il chiosco, infatti, secondo la Commissione, era gestito da un membro di una famiglia criminale e privo delle necessarie autorizzazioni amministrative e sanitarie.
Questa situazione di illegalità era ben nota alle autorità locali, che però l’hanno tollerata, avallandola e rendendo evidente come la criminalità avesse un’influenza capillare nelle decisioni politiche e amministrative.
Altro elemento fondamentale riguarda la gestione dei beni sequestrati alla criminalità.
Piantedosi ha sottolineato come il Comune di Aprilia non si sia attivato per acquisire e gestire questi beni. In questo modo ha dimostrato una grave negligenza nei confronti di beni confiscati alla criminalità organizzata che avrebbero potuto essere destinati alla collettività.
L’assenza delle autorità comunali nelle conferenze per l’assegnazione di questi beni ha impedito ai cittadini di Aprilia di fruire di beni sottratti ai patrimoni illeciti, violando principi fondamentali nella lotta contro la criminalità.
Infine, la relazione evidenzia una generale “approssimazione” nella riscossione delle entrate tributarie e dei canoni concessori. Tutto ciò ha creato un contesto favorevole all’evasione fiscale e al mancato rispetto delle norme.
Le irregolarità nella gestione economica, così come la connivenza di alti funzionari comunali, hanno contribuito a creare una situazione finanziaria critica per il Comune di Aprilia.
Aprilia, prossime elezioni tra 2 anni (forse)
Il Consiglio comunale di Aprilia è stato dunque sciolto per 18 mesi, che in realtà sono 24, poiché non vi potranno essere elezioni prima della primavera del 2027.
Sempre che, dopo i 18 mesi, il riesame della situazione non comporti una ulteriore bocciatura. In questo caso il periodo si allungherebbe notevolmente.
Leggi anche: Aprilia, 3 donne al comando: il Comune nelle mani di una terna “di ferro”