Il presidio ospedaliero di Anzio-Nettuno rischia di essere declassato da Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA) di I livello a presidio ospedaliero di base, un passo che secondo i sindaci del territorio equivarrebbe, di fatto, a una chiusura mascherata della struttura.
L’allarme è stato lanciato dai primi cittadini Aurelio Lo Fazio (Anzio) e Nicola Burrini (Nettuno) durante la conferenza locale sulla sanità tenutasi a Pomezia.
All’ospedale Riuniti di Anzio-Nettuno servizi fondamentali assenti o ridotti al minimo
Nel documento illustrato dai sindaci di Anzio e Nettuno è stato evidenziato che l’ospedale non rispetta i requisiti minimi stabiliti dal decreto ministeriale del 4 giugno 2015.
A mancare sono reparti fondamentali come l’ortopedia, che conta un solo medico strutturato, e la radiologia, “al collasso da tempo”.
Una situazione inaccettabile per una struttura che serve un’ampia fascia del litorale sud della provincia di Roma, soprattutto in vista dell’aumento stagionale della popolazione.
Liste d’attesa lunghissime: fino a un anno per un’ecografia
La fotografia del collasso del sistema sanitario locale è nitida nei dati dell’Osservatorio regionale dei tempi di attesa. Alcuni esempi:
- Colonscopia con priorità breve (da effettuare entro 10 giorni): primo appuntamento il 24 ottobre 2025 (162 giorni di attesa).
- Colonscopia differibile (entro 60 giorni): appuntamento al 16 luglio 2026.
- Ecografia bilaterale della mammella (priorità breve): primo slot disponibile il 4 settembre 2025.
- Elettrocardiogramma da sforzo: non c’è alcuna disponibilità.
Riuniti di Anzio-Nettuno: un’ospedale senza medici, reparti promessi e lavori bloccati
La crisi coinvolge anche altri ambiti:
- L’ortopedia, già chiusa nell’agosto 2023, rischia di non riuscire a gestire i traumi estivi con un solo medico.
- L’urologia è assente, nonostante il 16,8% dei ricoveri per patologie urogenitali della ASL Roma 6 provenga dal distretto Anzio-Nettuno.
- Il day hospital oncologico ha un solo medico e nessun supporto psicologico, pur con 571 decessi per tumore registrati nel distretto.
- Il pronto soccorso, con oltre 24.000 accessi nel 2024, è ancora in attesa di adeguamento strutturale.
- Non sono ancora partiti i lavori per nefrologia, ginecologia, il blocco operatorio, cardiologia, risonanza magnetica e centro distribuzione vitto.
Anche progetti votati dal Consiglio regionale, come il potenziamento del punto nascita, sono spariti dai radar.
La mobilitazione dei sindaci e le proposte per il futuro
I sindaci hanno presentato tre proposte operative:
- Realizzare l’hospice pubblico nell’ex ospedale militare anziché a Villa Albani.
- Creare un asilo nido aziendale per i dipendenti.
- Intitolare la struttura come “Ospedale del Litorale”, per sancire la sua funzione strategica per tutto il sud della Città Metropolitana di Roma.
Intanto, resta forte l’indignazione per la mancanza di risposte da parte della Regione Lazio e della ASL Roma 6, aggravata da cambi ai vertici aziendali e promesse rimaste disattese.
I 38 lavoratori interinali lasciati a casa dopo decenni di servizio sono solo l’ultima ferita aperta di un sistema sanitario territoriale sempre più indebolito.
Leggi anche: Ospedale di Anzio-Nettuno, sempre meno medici: «Instabilità preoccupante»