Il PD di Albano Laziale attacca senza mezzi termini la dirigenza romana del suo partito: il tema è l’Inceneritore di Roma che dovrebbe sorgere al confine con Albano, Pomezia e Ardea. Intanto ora la palla passa nelle mani del Governatore Rocca.
Nel Partito Democratico esplode la tensione sull’inceneritore da 600mila tonnellate di rifiuti che dovrebbe sorgere a Roma, nell’area di Santa Palomba, ma al confine con la discarica di Albano Laziale. Un progetto che divide non solo l’opinione pubblica, ma lo stesso gruppo dirigente del centrosinistra romano.
Lite nel PD sull’inceneritore di Roma, ma a ridosso di Albano
Il caso si è acceso quando il deputato PD Claudio Mancini, braccio destro del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ha preso pubblicamente le distanze dagli iscritti PD che nei giorni scorsi sono andati a manifestare sotto al Campidoglio contro Gualtieri e l’impianto Acea-Ama.
La presa di distanze ha avuto luogo nel corso di un evento pubblico tenutosi in via delle Botteghe Oscure, nei giorni scorsi, promosso dallo stesso deputato per rilanciare l’ipotesi di una candidatura Gualtieri bis per il 2027.
Un affondo in cui ha cercato la sponda elettorale del M5S per il Gualtieri bis, oltreché confermato la bontà del forno brucia rifiuti.
Claudio Mancini, deputato PD, considerato molto vicino a Roberto Gualtieri
Il fantasma del vecchio progetto, da Prodi e Marrazzo a Draghi e Gualtieri
Il nuovo inceneritore, promosso dal sindaco Gualtieri nella qualità di Commissario delegato all’emergenza Rifiuti della Capitale su incarico dell’ex premier Mario Draghi, è praticamente identico, solo più piccolo, ad un altro inceneritore gemello.
Si tratta di quello che nel 2007 ha tentato di realizzare l’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo, nominato, all’epoca, Commissario dell’emergenza Rifiuti regionale dall’ex premier Romano Prodi.
I pezzi dell’inceneritore mai realizzato sono ancora oggi stoccati nella discarica di Albano e visibili dalle immagini satellitari. Ora il progetto si è solo spostato di qualche centinaio di metri, formalmente a Roma, ma di fatto sul confine con Albano, Pomezia e Ardea. Una decisione che ha riacceso le polemiche e allarmato i comuni dei Castelli Romani, da sempre contrari alla costruzione dell’impianto.
Il sindaco di Roma Gualtieri come Mussolini e il Marchese del Grillo
Tornando a Mancini, il deputato Pd considerato il sindaco ombra di Roma, ha stigmatizzato la manifestazione No Inceneritore anche pubblicando un post critico, in cui ha mostrato una foto comparsa in Campidoglio in cui iscritti Pd paragonavano Gualtieri a Benito Mussolini e con una famosa frase del Marchese del Grillo di Alberto Sordi.
Il sindaco di Roma Gualtieri ‘travestito’ da Mussolini e con la famosa frase del Marchese del Grillo (apparso sul profilo personale Facebook dell’On. Mancini)
Nonostante le tensioni, il Comune di Roma nei giorni scorsi ha annunciato l’aggiudicazione ufficiale dell’appalto per la realizzazione dell’inceneritore a un raggruppamento temporaneo di imprese capeggiato da Acea. Il sindaco Gualtieri ha parlato di apertura dei cantieri entro l’estate, ma le tempistiche reali raccontano un’altra storia.
La partenza dei lavori è subordinata a un passaggio chiave: il procedimento autorizzativo unico regionale (PUAR), previsto dalla legge nazionale. Senza questo via libera, nessuna ruspa potrà partire. Al momento, però, la procedura in Regione Lazio non è nemmeno iniziata ufficialmente.
Tocca ora alla Regione Lazio e a Rocca
La partita si sposta ora, infatti, sulla scrivania della Regione Lazio. Sarà l’amministrazione di centrodestra guidata da Francesco Rocca a dover gestire l’iter autorizzativo, con tempi che realisticamente si allungano di almeno 9-12 mesi.
La decisione finale sul progetto – ereditato dal governo Draghi e affidato a Gualtieri in qualità di commissario straordinario per i rifiuti – sarà dunque nelle mani della giunta regionale, chiamata a pronunciarsi su un impianto che promette di diventare il simbolo di uno scontro politico e territoriale destinato a non spegnersi.
Albano trema per l’inceneritore di Roma
Se da un lato i capi del PD romano spingono sull’urgenza di dotare Roma dell’inceneritore, dall’altro la Regione Lazio potrebbe rallentare, rivedere o perfino bocciare il progetto, riaprendo un dibattito nazionale che tocca ambiente, salute e gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
Il conto alla rovescia è cominciato, ma l’inceneritore resta ancora in bilico.
Intanto Albano, certo, trema. Insieme al sindaco Massimiliano Borelli, che rischia, nel caso di via libera al mostro brucia rifiuti, di perdere le elezioni della primavera 2026.
Il PD di Albano duro contro Gualtieri e l’inceneritore
Il PD di Albano, in aperto contrasto con le posizioni di quello di Roma, ha pubblicato un comunicato a firma della locale segreteria molto critico nei confronti della politica portata avanti da Gualtieri sul tema rifiuti.
Memore probabilmente anche della recente imposizione di Roma contro Albano costretta ad accogliere l’immondizia che la Capitale non riesce a differenziare, i dirigenti locali del Pd do Albano ci sono andati giù pesantemente:
“Rimaniamo attoniti dopo le dichiarazioni dell’On. Claudio Mancini che, nel teatro di Botteghe Oscure, in presenza del segretario regionale e di altri esponenti regionali e dell’amministrazione romana, in un intervento relativo alla situazione politica di Roma Capitale, ha stigmatizzato chi risulta essere contrario all’inceneritore, voluto dal sindaco Gualtieri nei panni di commissario straordinario al Giubileo.
In particolare, viene definito “brutto” manifestare il dissenso da parte dei compagni del PD verso un’opera che porta con sé tante criticità e che comunque probabilmente non risolverà in toto il tema della gestione dei rifiuti di Roma.
Come PD di Albano non possiamo che ribadire e manifestare la nostra totale contrarietà ad un impianto che porta problematiche a tutti i cittadini di Albano, dei Castelli romani e del Litorale Sud di Roma per quanto riguarda la salvaguardia della salute, dell’ambiente, della tutela delle risorse naturali nonché la gestione delle infrastrutture e dei servizi primari.
E la manifestiamo attraverso le azioni amministrative, politiche e di presenza che il gruppo consiliare del PD e tutta la maggioranza di Albano Laziale, con in testa il nostro Sindaco Massimiliano Borelli, hanno condotto in questi anni, dai ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, alle manifestazioni in piazza, alle richieste rivolte alla Regione Lazio guidata dal presidente Rocca.
Il PD di Albano ha sostenuto sin dall’inizio il nostro Sindaco che, in prima linea, sta da sempre difendendo il proprio territorio e i propri cittadini da una scelta calata dall’alto e mai ragionata. Non è possibile subire una scelta del genere, soprattutto per il modello virtuoso di riciclo e di economia circolare che la nostra Città e tutto il territorio a sud di Roma hanno attuato ormai da più di un decennio.
Nei giorni scorsi abbiamo appreso che anche il PD di Pomezia presenterà, come già fatto dall’attuale amministrazione di Albano Laziale, una proposta di delibera per chiedere alla giunta Rocca di dichiarare l’area di Santa Palomba “ad alto rischio ambientale, data la presenza di quattro impianti a rischio di incidenti rilevanti”.
In rosso contornato il terreno a Santa Palomba dove dovrebbe sorgere l’inceneritore di Roma (elaborazione su immagine Google Maps)
Di fronte alla condivisione di questo atto, anche di altre sezioni territoriali del Partito Democratico, rimaniamo in attesa che la Giunta Regionale si pronunci e invitiamo il presidente Rocca ad assumere una posizione più chiara, visto che finora ha sempre mantenuto una voluta ambiguità in merito all’inceneritore, addirittura con il sostegno alla richiesta di ampliamento dei poteri commissariali al sindaco Gualtieri che, dopo notevoli malumori trasversali, è stata revocata.
Il PD di Albano rimane a fianco del nostro primo cittadino Massimiliano Borelli e di tutte le associazioni e di tutte le persone che vivono sul nostro territorio per continuare a manifestare il nostro dissenso in tutte le sedi, istituzionali e non, con buona pace dell’On. Mancini e di altri esponenti presenti al su citato incontro sull’imposizione di questa scelta, che ha ridotto lo spazio di confronto e democrazia interno al nostro Partito, da sempre plurale ed
espressione equilibrata di molte anime e sensibilità.
Siamo sempre disponibili per un confronto chiaro, leale e vero.
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