Dopo una lunga fase di rialzi, il 2025 inizia a mostrare un’inversione di tendenza nel mercato dei mutui. Secondo le ultime rilevazioni, i tassi d’interesse hanno iniziato a scendere, complice una politica monetaria più accomodante da parte della Banca Centrale Europea. Un dato su tutti: il tasso sui depositi, punto di riferimento per il costo del denaro, è stato abbassato al 2,25% ad aprile 2025, con un impatto positivo anche sulle condizioni applicate ai finanziamenti immobiliari.
Questa dinamica apre nuovi scenari per chi desidera acquistare casa, rinegoziare il mutuo esistente o semplicemente valutare la convenienza tra tasso fisso e variabile. La discesa dei tassi, tuttavia, non implica automaticamente un accesso più facile o conveniente.
Quanto costano oggi i mutui: il punto sui tassi
I dati della Banca d’Italia (marzo 2025) mostrano una flessione dei tassi medi applicati ai nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni: il tasso medio si attesta attorno al 3,1% per i fissi, mentre il tasso variabile è sceso al 2,6%, riducendo il tradizionale divario tra le due opzioni.
Nel dettaglio, i mutui a tasso fisso, che nel 2023 avevano superato in alcuni casi il 4%, sono tornati su valori più contenuti. Questo è stato possibile grazie ai continui tagli dei tassi ufficiali da parte della BCE, sette consecutivi a partire da giugno 2024, che hanno progressivamente ridotto il costo del denaro e delle operazioni di finanziamento.
Per i mutuatari, questo si traduce nella possibilità di poter valutare nuove soluzioni, come la surroga del mutuo, per ottenere condizioni migliori o l’accesso a prodotti prima ritenuti troppo onerosi.
Chi concede più facilmente un mutuo oggi?
Nonostante l’abbassamento dei tassi, l’accesso al credito resta selettivo. Le banche hanno cominciato ad allentare leggermente i criteri di erogazione per i mutui, ma il processo sembrerebbe graduale.
Secondo l’ultima indagine della BCE sull’andamento del credito bancario, i criteri per i prestiti destinati all’acquisto della casa sono stati leggermente più permissivi nel primo trimestre del 2025, grazie soprattutto alla competizione tra istituti e alla ripresa di fiducia nei confronti del mercato immobiliare.
Le richieste dei consumatori, nel frattempo, sono tornate a crescere: +41% la domanda netta di mutui nell’area euro, un trend in netto rialzo rispetto ai trimestri precedenti.
Chiaramente, per ottenere prestiti senza intoppi e con condizioni favorevoli, restano fondamentali requisiti come il rapporto rata/reddito sostenibile, la stabilità lavorativa (preferibilmente contratto a tempo indeterminato o da lavoratore autonomo con reddito dimostrabile) e, infine, una buona storia creditizia.
In generale le soluzioni “personalizzate” sono sempre più diffuse, proprio perché le banche cercano di adattare le offerte alla situazione del richiedente, pur non ammettendo leggerezze in fase di istruttoria.
Visto questo moltiplicarsi di proposte, sempre più consumatori si appoggiano a portali di comparazione online autorevoli in materia, come Mutui.it, che permette di effettuare una simulazione di mutuo e visualizzare le offerte più adatte al proprio caso tra le proposte delle maggiori banche e finanziarie operanti sul mercato italiano.
Meglio tasso fisso o variabile?
La scelta tra tasso fisso e variabile dipende sempre dal profilo del mutuatario e dal momento di mercato.
Oggi, con uno spread molto contenuto tra i due (0,5 punti percentuali in media), la convenienza del tasso variabile potrebbe essersi assottigliata rispetto al passato. Questo può influire sulle decisioni dei consumatori, maggiormente orientati per la sicurezza del fisso, specialmente in un contesto economico incerto.
Allo stesso modo, esiste anche la possibilità di trovarsi con mutuo a tasso fisso con condizioni meno vantaggiose, quindi è importante ricordare che è sempre possibile valutare la portabilità, sfruttando l’andamento favorevole dei tassi, o ridiscutere le condizioni con la propria banca.
E infine, è importante ricordare che anche nel 2025 sono attivi strumenti di sostegno all’accesso al mutuo per i giovani sotto i 36 anni. Il Fondo di Garanzia per la prima casa, previsto dalla legge di bilancio, continua a coprire fino all’80% del valore dell’immobile, con l’obiettivo di semplificare l’ottenimento di un finanziamento anche per chi non ha una lunga storia lavorativa.