Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha messo la parola fine alla disputa insorta tra i due proprietari di due soffitte e il Comune di Pomezia, confermando la legittimità degli ordini di demolizione e ripristino emessi dall’amministrazione pometina.
Le due soffitte sono situate all’ultimo piano di una stessa palazzina situata nei pressi di via Svezia sul mare di Torvaianica.
Le due sentenze pubblicate nei giorni scorsi, stabiliscono un precedente chiaro: le trasformazioni abusive, anche se mascherate da interventi di “recupero”, non trovano spazio nella normativa edilizia e non possono beneficiare di sanatorie implicite.
Torvaianica, il tentativo di trasformazione delle soffite
Tutto ha avuto inizio con la presentazione di due Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (C.I.L.A.) al Comune di Pomezia da parte dei proprietari delle due soffitte, che intendevano recuperare due locali sottotetto siti al terzo piano di un immobile.
L’obiettivo era di trasformare quelle che catastalmente risultavano soffitte in vere e proprie unità abitative, quasi dei mini-attici. Un intervento di recupero che, secondo i proprietari, rientrava nelle agevolazioni previste dalla Legge Regionale del Lazio numero 13 del 2009.
Tuttavia, il Comune di Pomezia ha subito sollevato dubbi sulla legittimità dell’operazione. Le verifiche tecniche hanno rivelato che le soffitte in questione in realtà non erano mai state autorizzate come volumi chiusi e abitabili. E questo cambiava tutto.
Il braccio di ferro con il Comune di Pomezia
Il Comune di Pomezia, agendo con determinazione, ha notificato ai proprietari un’ordinanza di sospensione dei lavori già a fine 2019, tra settembre e novembre.
Le motivazioni erano precise: la documentazione presentata era carente e, soprattutto, non dimostrava che i locali fossero effettivamente area trasformabili in locali residenziali secondo la legge regionale in vigore.
In particolare, è emerso che una delle due soffitte divenuta mini-attico era in passato un semplice “terrazzo coperto”.
L’altra, una vera soffitta, era stata però stravolta nella sua funzione tanto da divenire tutt’altro.
Di fronte al silenzio dei proprietari, il Comune di Pomezia ha quindi proceduto con le ordinanze di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, ingiungendo il ritorno alla situazione precedente gli interventi considerati abusivi.
La sentenza del TAR: nessun condono mascherato a Torvaianica
I proprietari hanno impugnato l’ordinanza comunale, sostenendo che il Comune di Pomezia non avesse condotto un’istruttoria adeguata e che avrebbero dovuto essere presi in considerazione altri titoli edilizi.
Gli stessi proprietari h anno anche lamentato la mancata possibilità di un contraddittorio procedimentale e la mancata verifica di una possibile sanatoria.
Tuttavia, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha respinto tutte le loro argomentazioni.
Le sentenze del TAR hanno ribadito un principio fondamentale: la Legge Regionale 13/2009 è una norma di favore per il recupero di volumi già esistenti e legittimamente realizzati, non uno strumento per sanare abusi o creare nuove volumetrie.
Non si tratta in pratica di un condono mascherato. La responsabilità di dimostrare la legittimità dello stato di fatto preesistente ricade sempre sul privato.
Naturalmente ai proprietari resta la possibilità del ricorso all’ultimo grado di giustizia amministrativa, ovvero al Consiglio di Stato.
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