Addio all’idea di una metro leggera per collegare Latina alla sua stazione ferroviaria: è stata infatti approvata la delibera con cui si è deciso di passare all’utilizzo di bus su gomma al posto della rotaia per tale collegamento.
L’approvazione è avvenuta durante una seduta congiunta delle Commissioni Trasporti e Pianificazione.
L’Amministrazione di Latina ha definito il tracciato del nuovo sistema di trasporto rapido – tramite bus veloce – destinato a collegare Latina Scalo con il centro cittadino e i popolosi quartieri Q4 e Q5.
Il progetto ha un valore complessivo di 156 milioni di euro, di cui 80 milioni provenienti dai fondi CIPE, inizialmente assegnati alla metro leggera.
La scelta è stata adottata a maggioranza, ma l’iter della delibera ha provocato una dura reazione dei gruppi di opposizione, che hanno deciso di non partecipare al voto e hanno abbandonato la seduta in segno di protesta.
Opposizioni sul piede di guerra: “Scelte imposte, nessuna trasparenza”
I consiglieri di LBC, PD, M5S e Per Latina 2032 hanno denunciato quello che definiscono l’ennesimo atto di forzatura da parte della maggioranza.
Affermano i gruppi consiliari di opposizione:
«Dopo il Consiglio comunale monotematico del 29 novembre scorso, richiesto da noi per discutere le ipotesi progettuali, non c’è stato alcun aggiornamento».
La convocazione urgente della Commissione, con appena 24 ore di preavviso e una mole ingente di documenti da esaminare, è l’ennesimo esempio di un metodo di lavoro inaccettabile».
Secondo le opposizioni, la gestione delle decisioni strategiche da parte della maggioranza ignora sistematicamente il ruolo del Consiglio comunale.
Pesante l’accusa lanciata dall’opposizione: «Da due anni assistiamo a un consiglio ridotto a mero ratificatore di scelte già prese altrove, spesso fuori dalle sedi istituzionali».
Iter sbagliato si rischia un nuovo stop
I consiglieri sollevano inoltre gravi rilievi formali sulla delibera. In particolare, contestano il mancato svolgimento dell’istruttoria pubblica prevista dallo Statuto comunale:
«La delibera richiama l’articolo 9, ma l’istruttoria non è mai stata avviata. Non si può ritenere che una seduta consiliare monotematica valga come istruttoria: mancano avvisi, tempi di partecipazione e possibilità per cittadini e associazioni di presentare osservazioni».
La preoccupazione è che la procedura viziata possa tradursi in un nuovo stop, come già avvenuto per la delibera sulla perequazione urbanistica, bocciata dalla Regione Lazio.
«Anche questa volta, con l’assessore Di Cocco protagonista, assistiamo a un’operazione superficiale e arrogante come quelle firmate dall’assessora Muzio, che rischia di compromettere la credibilità dell’amministrazione», affermano.
Le opposizioni sottolineano di aver proposto alla maggioranza il ritiro della delibera per correggere le criticità, ma l’invito è rimasto inascoltato. Ora auspicano che il Consiglio comunale possa intervenire con emendamenti per rendere il provvedimento legittimo e condivisibile.
La conclusione è un duro atto d’accusa alla gestione complessiva della maggioranza:
«Tutto viene deciso altrove e imposto all’aula all’ultimo momento. Scelte da 156 milioni di euro non possono essere affrontate senza garanzie, responsabilità e trasparenza.
Ci stiamo caricando di un’enorme responsabilità con una procedura forzata e priva dei necessari supporti. È un rischio che non possiamo accettare».
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