Al centro della disputa, l’autorizzazione del 2021 a una cooperativa edilizia in liquidazione per la vendita, con ribassi consistenti, di nove immobili a Rocca di Papa, tra ville e appartenenti. Una pronuncia che, di fatto, convalida l’operato ministeriale nonostante le pesanti contestazioni sollevate dalla banca.
La scontro sull’asta ribassata di Rocca di Papa
La vicenda prende le mosse dall’impugnazione, da parte della società Gardant Liberty Servicing S.p.A., mandataria di Banco BPM S.p.A., di un’autorizzazione ministeriale del 5 agosto 2021.
Questo provvedimento consentiva al Commissario Liquidatore della cooperativa “Lorenzo I” di indire una prima asta per la vendita di nove unità immobiliari, tra villini e appartamenti, situate nel comune di Rocca di Papa.
Ma la clausola più spinosa riguardava la possibilità di applicare un ribasso massimo di un quinto del prezzo base in caso di asta deserta. Una previsione che ha scatenato la reazione della banca, forte di un credito ipotecario di oltre 5 milioni di euro, che vedeva minacciato il recupero delle somme.
La società bancaria si è quindi rivolta al TAR per far valere le proprie ragioni.
Le accuse della banca e la richiesta danni per 2 milioni di euro
La società ricorrente ha messo sul tavolo una serie di doglianze pesanti.
Si è parlato di una “estromissione” dal procedimento autorizzatorio, di una presunta carenza istruttoria da parte del Ministero e di una mancata comunicazione dell’avvio del procedimento.
Non solo: la banca ha denunciato la violazione di norme sulla trasparenza, sull’obbligo di acquisizione documentale e finanche la lesione di disposizioni della legge fallimentare relative alla prelazione dei creditori ipotecari.
Un fronte di contestazioni ampissimo, che ha incluso anche l’accusa di “speculazione” a danno dell’istituto di credito.
Inoltre, è stata richiesta la nomina di un Comitato di Sorveglianza, considerato essenziale data la complessità della liquidazione, e il risarcimento dei danni subiti, stimati in oltre due milioni di euro a causa dei ribassi applicati.
Aste Deserte, il prezzo cala del 40%
La battaglia legale si è intensificata con l’impugnazione di una successiva autorizzazione ministeriale, datata 18 febbraio 2022, che consentiva un terzo tentativo di vendita per i beni rimasti invenduti, applicando un ulteriore ribasso del 20% rispetto al prezzo dell’ultima asta.
Questo significava, per la banca, una perdita potenziale del 40% rispetto alla stima iniziale degli immobili.
La cooperativa in liquidazione ha replicato evidenziando come anche le aste ribassate fossero andate deserte, a riprova della difficoltà nella vendita degli immobili.
Il Ministero, dal canto suo, ha eccepito l’inammissibilità del ricorso, sottolineando la mancata impugnazione del regolamento di gara e la mancata notifica agli aggiudicatari.
La sentenza del TAR: controinteressati decisivi e danni negati
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha respinto in toto le richieste della società bancaria.
La chiave di volta della decisione è stata l’inammissibilità del ricorso introduttivo per la mancata notifica agli aggiudicatari di uno dei lotti.
Questi soggetti, avendo un interesse diretto al mantenimento dell’autorizzazione alla vendita, sono stati riconosciuti come “controinteressati” essenziali per la validità del procedimento.
Il TAR ha sottolineato che la banca avrebbe potuto, e dovuto, individuare questi aggiudicatari con la “ordinaria diligenza”. Di conseguenza, il ricorso sui motivi aggiunti, logicamente collegato alla prima autorizzazione, è stato dichiarato improcedibile per carenza di interesse.
Per quanto riguarda le richieste di risarcimento danni, il Tribunale le ha ritenute infondate, evidenziando la mancata prova del nesso causale tra le presunte irregolarità ministeriali e il danno lamentato. E rimarcando che la banca stessa ha contribuito a non alleviare il danno proponendo azioni giudiziarie inammissibili e improcedibili.
La complessa vicenda, pur con la compensazione delle spese legali, si chiude così con una vittoria per il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Ministero che vede convalidato il suo operato nella gestione della liquidazione coatta.
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