Amrik C. ha infatti vinto il suo ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro il Ministero dell’Interno e l’Ufficio del Governo di Latina, che gli avevano revocato il nulla osta per la conversione del suo permesso di soggiorno da stagionale a subordinato.
Latina: negato il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi puramente formali, rigettati dal TAR
Perché l’Ufficio del Governo di Latina aveva revocato ad Amrik il nulla osta per la conversione del suo permesso di soggiorno da stagionale a subordinato?
Questa la motivazione: il suo precedente permesso era scaduto da più di 60 giorni.
Il TAR, però, ha ribaltato tutto.
Il tribunale ha stabilito che la conversione è un diritto che va valutato sulla base di elementi concreti come il contratto di lavoro, la volontà di integrarsi e la disponibilità di quote nei decreti flussi. Non va valutato su un rigido formalismo burocratico.
La sentenza che va oltre il singolo caso. Tocca uno dei nodi centrali del sistema migratorio italiano: l’eccesso di burocrazia contro il diritto al lavoro e alla dignità.
La sentenza del TAR supera il rigido formalismo burocratico
Amrik C. ha presentato ricorso assistito dall’avvocata Simona Imperato.
Nel ricorso è riuscito a dimostrare di essere in possesso di un contratto di lavoro valido. Non solo. Ha anche dimostrato di avere tutti i requisiti previsti dalla legge per ottenere un permesso di soggiorno per lavoro subordinato.
Il TAR gli ha dato ragione in pieno. Secondo la sentenza, il superamento del termine di validità del permesso stagionale non può bloccare automaticamente la conversione, se il lavoratore dimostra di essere in regola sul piano sostanziale.
“La legge non impone un termine rigido entro cui chiedere la conversione. Ciò che conta è la verifica delle condizioni concrete: un lavoro stabile, mezzi di sostentamento, volontà di integrazione”, scrivono i giudici.
La domanda per il rinnovo del permesso di soggiorno va rivalutata
Il provvedimento dell’Ufficio del Governo di Latina è stato quindi annullato.
L’Amministrazione dovrà ora rivalutare la domanda di Amrik alla luce della normativa e della giurisprudenza, ignorando la sola scadenza formale del permesso.
Per il TAR, la circolare utilizzata dall’Amministrazione per giustificare la revoca non è nemmeno stata prodotta nel giudizio, e comunque sarebbe in contrasto con la legge e quindi da disapplicare.
Un precedente importante per la provincia di Latina con molti i lavoratori stranieri
La vicenda di Amrik non è isolata: sono decine i lavoratori stranieri che si trovano nella sua stessa situazione, vittime di un sistema che spesso preferisce respingere per formalismi anziché valutare i singoli casi.
Nel cuore dell’Agro Pontino, dove il lavoro agricolo stagionale è il motore economico di molte aziende, la sentenza segna un punto fermo: la dignità del lavoro non può essere piegata da regole cieche, e ogni persona ha diritto ad essere valutata per quello che fa e che è, non solo per una scadenza su un documento.
Il ricorso è stato accolto con patrocinio gratuito e le spese sono state poste a carico dell’Amministrazione.
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