Un contenzioso che è durato quasi cinque anni e che si è ufficialmente concluso tra il Comune di Pomezia e La Barraca S.r.l., società che gestisce una attività un Torvaianica, titolare di concessione demaniale marittima per il mantenimento di un chiosco bar tavola calda e deposito di lettini ed ombrelloni per il noleggio sulla spiaggia libera.
Bisogna fare attenzione a non confondersi con il ristorante “266 La Barraca” che è sempre a Torvaianica, ma nonostante l’omonimia non ha nulla a che fare con questa vicenda.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per il Lazio ha messo la parola fine alla disputa legale, dopo che la società ricorrente, dopo 5 anni di sfida, ha dichiarato improvvisamente la sopravvenuta carenza di interesse.
Il Comune di Pomezia nega la concessione fino al 2033
L’origine dello scontro risale al 7 luglio 2020, quando il Comune di Pomezia aveva rigettato la richiesta della società di estendere la concessione demaniale marittima fino al 31 dicembre 2033.
Al centro della vicenda vi è la concessione n. 23/2009, che la società ricorrente riteneva automaticamente prorogata fino al 2033 per effetto dell’articolo 1, comma 682, della legge n. 145 del 30 dicembre 2018.
Questa norma ha previsto la proroga delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative fino al 2033, in linea con una strategia legislativa nazionale che punta a tutelare le imprese balneari italiane.
Tuttavia, il Comune di Pomezia ha rigettato l’istanza. Con un provvedimento formale, trasmesso via PEC il 7 luglio 2020, ha negato la proroga automatica, aprendo così le porte a una battaglia giudiziaria.
La società ricorre in Tribunale
La società, assistita legalmente dagli avvocati Lucio e Flavia Anelli, ha presentato ricorso al TAR del Lazio il 9 luglio 2020 (RG 7314/2020), chiedendo l’annullamento del provvedimento comunale.
In tribunale ha sostenuto che la propria concessione dovesse essere automaticamente prorogata per legge fino al 2033, e che l’atto del Comune di Pomezia fosse quindi illegittimo.
Di contro, l’Amministrazione comunale, difesa dall’avvocato Alfonso Torchia, ha contestato tale interpretazione, sostenendo che l’estensione richiedesse ulteriori verifiche e presupposti non automatici.
La fine del contenzioso
La svolta è arrivata il 9 maggio 2025, quando la società ha dichiarato formalmente la sopravvenuta carenza di interesse nel proseguire il contenzioso.
Una decisione che ha spinto il Tribunale ad archiviare la causa con una sentenza di improcedibilità, evitando così una pronuncia di merito sulla legittimità della proroga.
Il TAR ha inoltre disposto la compensazione delle spese legali, riconoscendo la peculiarità della causa e l’equilibrio tra le difese delle parti.
Quella legge ‘mancante’
La decisione della società che gestisce una concessione demaniale pubblica potrebbe essere legata a strategie diverse, ma non cancella l’incertezza che grava su decine di operatori del settore balneare.
Non abbiamo conferma, ma è probabile che l’estensione della Concessione demaniale marittima fino al 2033 non ci sarà.
Bisogna infatti tenere presente la rivoluzione che ha comportato l’applicazione della famosa “direttiva Bolkestein“, nata per eliminare l’eccesso di burocrazia, ma che ha scombussolato tutto il settore delle concessioni demaniali.
Il caso di Torvaianica si inserisce in un quadro nazionale di forte tensione tra titolari di concessioni balneari e pubbliche amministrazioni. In attesa di una riforma organica del settore – più volte annunciata ma mai realizzata – molte imprese si trovano in un limbo giuridico.
L’assenza di linee guida nazionali chiare continua a generare contenziosi e alimenta l’incertezza che pesa su un comparto fondamentale per l’economia turistica italiana. La sentenza del TAR Lazio, pur senza entrare nel merito, testimonia l’urgenza di un intervento normativo risolutivo.
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