Si è conclusa con un fermo di indiziato di delitto l’intensa caccia all’assassino condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati e della Compagnia di Anzio.
A finire in manette è stato Marco Adamo, 18 anni, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato dell’omicidio del 36enne benzinaio bangladese avvenuto lo scorso 27 maggio presso il distributore “Toil” di Tor San Lorenzo, ad Ardea.
L’arresto a Cisterna
L’arresto è scattato nel pomeriggio di sabato 31 maggio, quando i militari hanno fatto irruzione in un’abitazione di Cisterna di Latina, dove il giovane si nascondeva a casa di alcuni parenti, assenti al momento del blitz.
L’intervento è stato pianificato con la massima discrezione e tempestività, a seguito di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri.
Il delitto era avvenuto intorno a mezzogiorno: un uomo vestito completamente di nero, con casco integrale e armato di un grosso coltello, era arrivato in moto al distributore e aveva inferto una coltellata mortale al cuore del benzinaio, sottraendogli poi 570 euro in contanti.
I soccorsi del 118, compreso l’intervento dell’elisoccorso, si erano rivelati inutili: l’uomo era deceduto sul posto.
La moto rubata e data alle fiamme
Le indagini si sono subito orientate verso il furto della moto BMW GS 650 bianca, usata nell’omicidio. La moto era stata rubata a Roma due giorni prima del delitto. Ritrovata poi, quasi completamente bruciata, in un’area boschiva di Ardea il giorno successivo all’omicidio.
Analizzando le immagini di centinaia di telecamere di sorveglianza e i dati dei lettori targa, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire l’intero tragitto del killer prima e dopo il crimine.
L’attenzione degli inquirenti si è quindi focalizzata su tre giovani del litorale romano ritenuti responsabili del furto del veicolo a due ruote.
Le tracce degli amici
I tre sono stati rapidamente esclusi dal coinvolgimento diretto nel delitto. Grazie comunque alla mappa delle loro relazioni è emerso il nome di Marco Adamo, che avrebbe rubato la moto la sera prima dell’omicidio.
Gli inquirenti hanno raccolto elementi chiave: indumenti, telefoni cellulari, e soprattutto i dati dello smartphone dell’indagato, che hanno confermato la sua presenza nei luoghi del delitto.
Le corrispondenze tra i movimenti registrati e i dati geolocalizzati hanno portato a un grave quadro indiziario, sufficiente a richiedere un provvedimento di fermo.
Il coltello a Colle Romito
Durante l’interrogatorio presso la Compagnia Carabinieri di Anzio, Marco Adamo ha confessato l’omicidio.
Il giovane ha accompagnato i militari nel bosco di Colle Romito dove aveva nascosto l’arma del delitto. Si tratta di un coltello a serramanico con lama di 16 cm, ancora sporco di sangue. Nello stesso luogo sono stati trovati anche il casco e gli abiti usati durante l’aggressione.
Conclusi gli atti di rito, il 18enne è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Velletri, dove resta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
L’omicidio, che ha profondamente scosso la comunità di Ardea, trova così un primo drammatico punto fermo nell’arresto del presunto autore.
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