L’iniziativa, valida per tutto il 2025, interessa i Comuni del territorio di competenza che aderiscono e si inserisce nel quadro normativo del Decreto Legislativo 101/2020, che introduce nuove misure di prevenzione dalle radiazioni ionizzanti.
L’obiettivo è duplice: da un lato, informare i cittadini sui rischi legati al Radon e sulle soluzioni per ridurne la concentrazione nelle abitazioni; dall’altro, effettuare misurazioni dirette della presenza del gas in casa, grazie al supporto di ARPA Lazio e alla collaborazione delle amministrazioni comunali.
Come fare per misurare il Radon a casa propria
Bisogna innanzitutto verificare che il proprio Comune abbia aderito alla campagna della Asl Roma 6
Bisogna poi compilare un modulo di richiesta on line. Per accedere il modulo CLICCA QUI.
A questo punto si aspetta di essere chiamati per concordare l’arrivo dei tecnici a casa, che installeranno il dosimetro rilevatore.
Dopo il periodo di rilevazione (circa 1 anno) si avranno i risultati. In caso di dati “preoccupanti” verranno fornite anche le dovute indicazioni su come intervenire.
I Comuni che aderiscono alla campagna misura-Radon
Al momento in cui scriviamo l’articolo, i Comuni ricadenti nel territorio della Asl Roma 6 che hanno aderito sono 11:
- Anzio
- Ardea
- Castel Gandolfo
- Ciampino
- Grottaferrata
- Lariano
- Marino
- Nemi
- Nettuno
- Pomezia
- Velletri
La lista dei Comuni viene aggiornata man mano che arrivano ulteriori adesioni.
Per vedere la lista aggiornata CLICCA QUI.
Come avvengono le misurazioni di Radon a casa tua
Personale appositamente formato distribuirà gratuitamente dei dosimetri passivi – strumenti semplici e sicuri – da collocare nei locali a piano terra, solitamente quelli più frequentati.
Saranno proprio questi dispositivi a rilevare i livelli di gas Radon, permettendo eventuali interventi di bonifica in caso di superamento delle soglie previste.
I dosimetri sono di piccole dimensioni, circa 4-5 cm di lato, e leggerissimi. Non necessitano di alcuna alimentazione elettrica o a batteria. Il periodo di osservazione in una casa dura in genere 1 anno.
Gli ambienti consigliati per la misura nelle abitazioni sono il soggiorno o la camera da letto, in quanto luoghi in cui generalmente si trascorre la maggior parte del tempo. Da evitare la cucina.
Il dosimetro deve essere posizionato sopra un mobile o una mensola, avendo cura di non spostarlo per tutta la durata della misura.
Il ciclo di misurazioni è suddiviso in due semestri. Dopo i primi 6 mesi il dosimetro viene sostituito con un altro identico.
L’apparecchio sarà poi ritirato e consegnato al laboratorio specializzato dell’ARPA Lazio che procederà alla lettura dei dati registrati.
Che cos’è il Radon e perché è pericoloso
Il Radon è un gas radioattivo naturale, inodore e incolore, che si sprigiona dal suolo e può accumularsi negli ambienti chiusi, soprattutto nei locali a contatto con il terreno.
È presente in tutta la crosta terrestre, in particolare nei suoli vulcanici e nei materiali da costruzione come tufi e graniti.
Le regioni italiane con le più alte concentrazioni medie di Radon all’interno delle abitazioni sono nell’ordine: Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
Nel Lazio in particolare l’area del Viterbese e quella dei Castelli Romani mostrano i valori più elevati.
Respirare aria con alte concentrazioni di Radon può essere pericoloso: secondo l’OMS, è la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo.
Le concentrazioni variano da casa a casa e l’unico modo per conoscerle è misurarle. Nel Lazio i livelli risultano tra i più alti in Italia e il rischio è purtroppo spesso sottovalutato.
Non esiste una dose soglia di radiazioni da Radon assorbite sotto la quale il rischio di sviluppare un tumore polmonare possa considerarsi nullo o trascurabile.
Il rischio di tumore polmonare aumenta proporzionalmente con il livello del Radon presente e con il tempo durante cui si è esposti.
Come intervenire in caso di pericolo in casa vostra
Se dalle misurazioni dei livelli di Radon si registra il superamento dei limiti di sicurezza, è possibile intervenire, anche se nelle abitazioni già costruite le soluzioni sono spesso costose e complesse.
Gli interventi più efficaci e convenienti andrebbero previsti in fase di progettazione, ma anche in case esistenti si può agire.
Ecco secondo la Asl Roma 6 come si può intervenire su abitazioni già esistenti:
- aumentando il ricambio d’aria dei locali, facilitando la fuoriuscita di aria carica di Radon (misura provvisoria, non definitiva);
- sigillando le vie d’ingresso, crepe, fessure, tutti gli interstizi attorno alle condotte tecnologiche per acqua, gas, elettricità, scarichi (tecnica d’abbinare a misure attive, tramite ventilatori…);
- inserendo membrane impermeabili al Radon in solai e pareti (intervento invasivo, più indicato in fase di ristrutturazione o di nuova costruzione);
- creando una depressione nel suolo sottostante l’edificio, per ridurre l’ingresso del Radon dal suolo;
insufflando aria al di sotto dell’edificio, per creare una zona di sovra pressione che si opponga all’ingresso del Radon in casa (tecnica inversa della precedente).
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