L’Aprilia Rugby dunque non ci sta. Dopo aver ricevuto una comunicazione di recesso del contratto di concessione per l’utilizzo del campo Rodari di via della Meccanica, giustificato dal Comune di Aprilia con una presunta morosità di circa 8.000 euro, la società alza la voce e replica, definendosi non solo non inadempiente, ma addirittura creditrice dell’Amministrazione.
Dichiara la società in una nota, sottolineando la tempistica inusuale della comunicazione:
“Si riceve stranamente, nel mentre ci accingiamo a richiedere un incontro urgente con i Commissari, un recesso del contratto di concessione per l’utilizzo del campo Rodari di via della Meccanica”.
La motivazione addotta, il “mancato pagamento del canone”, viene subito contestata.
“Secondo chi ha redatto la nota, il debito assomma a circa 8.000 euro. In verità, laddove volessimo dare per buono l’assunto, il debito equivarrebbe a meno di 4.000”, precisano, evidenziando un accordo pregresso che prevedeva un dimezzamento del canone, finché l’amministrazione non avesse adeguato il campo alle disposizioni federali in materia di sicurezza e omologazione, come la realizzazione del “famoso muro” con spese condivise.
L’Amministrazione di Aprilia deve dei soldi all’Aprilia Rugby
La vera questione, secondo l’Aprilia Rugby, è ben diversa:
“Nella realtà, la società Aprilia Rugby si trova ad essere creditrice dell’Amministrazione per tutte le attività di manutenzione straordinaria che ai sensi del contratto di concessione sono state eseguite in supplenza, così come da contratto”.
Interventi che, sottolineano, “hanno, indubitabilmente aumentato il valore del bene comunale”.
Viene citato un esempio lampante:
“Uno per tutti: l’inerbimento del campo e la dotazione di un impianto di irrigazione per un valore di circa 30.000 euro“.
A questo si aggiunge una nota polemica: “Tacendo sul fatto che qualcuno dall’Ente ci rimproverò: si voleva il campo in terra e senza irrigazione!”.
Una “pretesa” che, per la società, significa “un danno ambientale” e “un danno per la salute di chi si trova a giocare tra polvere e terra”, specialmente trattandosi di “bambini e adolescenti”.
La conclusione è chiara: “Quindi la società anziché inadempiente vanta un credito!”.
I motivi dietro lo “sfratto”
La società si interroga poi sulle motivazioni dietro questa decisione.
“Non sappiamo quale sport praticano coloro che hanno elaborato quella PEC, non sappiamo perché parrebbe intendere che frequentino (o conoscano chi frequenta) lucrose pratiche sportive che non appartengono certo a noi”, afferma l’Aprilia Rugby, ribadendo la propria natura dilettantistica.
“La società Aprilia Rugby è una società dilettantistica che vive sulla consapevolezza di offrire una pratica sportiva che è anche formazione, educazione e preparazione dei futuri cittadini partecipi e solidali”.
Sottolineano il valore formativo del rugby e il fatto che “nessuno di noi percepisce reddito ed anzi spesso mettiamo qualcosa noi di tasca nostra”.
La decisione di chiudere il campo in maniera “arbitraria” suscita una serie di interrogativi da parte della società:
“Viene spontaneo chiedersi: ma costoro sanno cos’è lo sport? Cosa offrono in cambio ai bambini e ragazzi di Aprilia? Che attività sociale, di incontro, di socializzazione, confronto e crescita? Sanno la differenza tra cittadini, perché un ente pubblico deve tutelarne i diritti ed utenti ovvero clienti come fossero una attività commerciale qualsiasi?”.
L’Aprilia Rugby evidenzia inoltre il proprio spirito di collaborazione e servizio alla comunità.
“Nessuno, tra l’altro, ha mai inteso il campo Rodari come proprietà privata prova ne è che, constatata la disastrosa condizione del Quinto Ricci abbiamo offerto il campo agli allenamenti delle squadre di atletica consapevoli che la condivisione non poteva che costituire arricchimento reciproco, sportivo ed umano”.
Presso il campo comunale, spiegano, “si aggregano famiglie che trascorrono momenti di spensieratezza contando sul grande lavoro svolto settimanalmente da puri volontari che offrono il proprio tempo alla comunità”.
Il campo è anche “base di attività terapeutica attraverso l’attività rugbistica per soggetti fragili”.
Le mancanze del Comune di Aprilia
Infine, la società lancia un monito: “Piuttosto, pur senza ricordare la teoria del vetro rotto, chiudere beni pubblici, lasciarli decadere e avviarli all’incuria e all’abbandono, non è danno all’erario?”.
La nota si conclude con un appello:
“Confidiamo in una rielaborazione del quadro completo che tenga in considerazione ogni elemento e non solo una parte”.
L’Aprilia Rugby si prepara a una battaglia per la riapertura del campo e per il riconoscimento del proprio ruolo sociale e sportivo nella città.
La lotta alla mafia si fa innanzitutto con la cultura, come quella sportiva che attrae i ragazzi, togliendoli da contesti pericolosi.
Il primo obiettivo delle Commissarie spedite dal Governo per contrastare le infiltrazioni mafiose dovrebbe essere proprio questo, non quello di guardare solo e ciecamente ai conti.
Questa società ha fatto di un campaccio in terra un gioiellino verde, educa i ragazzi, spende di propria tasca quello che dovrebbe pagare il Comune. Non che si aspettasse un grazie dai ciechi burocrati, ma nemmeno di essere additata come morosa e sfrattata.
Vediamo ora di che pasta è fatta la triade di Commissarie sedute nel palazzo di Piazza Roma.
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