Con una sentenza del 3 giugno, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha annullato il provvedimento con cui l’amministrazione aveva acquisito al patrimonio pubblico una villa privata costruita in maniera irregolare in via Macchia dello Sterparo.
Si tratta della seconda bocciatura in meno di un mese per l’ente, già incappato in un caso analogo su un’altra villa in zona Colle Pisano.
Il TAR del Lazio ha dato ragione ai proprietari dell’immobile, stabilendo che il Comune di Frascati ha disposto l’acquisizione senza aver rispettato i presupposti minimi imposti dalla normativa. L’effetto? L’intera procedura è nulla e la proprietà torna ai privati.
La villa abusiva di Frascati torna ai proprietari
La vicenda ha origine nel provvedimento comunale del 2 novembre 2021, notificato l’11 novembre 2021, con cui il Comune di Frascati aveva ordinato l’acquisizione gratuita al proprio patrimonio di un manufatto edilizio di 286,25 metri quadrati e dell’area circostante di 990 metri quadrati. Secondo l’ente, l’acquisizione era motivata dall’inottemperanza a un’ordinanza di demolizione risalente al 19 settembre 2001.
Ma il TAR ha fatto le pulci alla procedura e ha evidenziato un vizio fondamentale: l’ordinanza del 2001 riguardava solo una sopraelevazione e un ampliamento parziale, non l’intero immobile che il Comune di Frascati ha successivamente acquisito.
Inoltre, non è mai stato emesso un ordine di demolizione per il manufatto originario, risalente a prima del 31 dicembre 1993, per il quale la proprietaria aveva anche presentato istanza di condono il 28 febbraio 1995.
(Nuovo) errore tecnico sulla villa abusiva, effetto giuridico devastante per Frascati
La legge prevede che l’acquisizione al patrimonio comunale di un immobile abusivo possa avvenire solo in caso di mancata ottemperanza a un’ordinanza di demolizione.
E se l’ordine riguarda solo una parte del fabbricato e non tutto l’edificio, come avvenuto in questo caso, l’acquisizione totale risulta illegittima.
Il Comune di Frascati, in sostanza, ha fuso due vicende edilizie distinte in un unico atto, ignorando che l’immobile preesistente non era mai stato oggetto di una demolizione né di una valutazione formale sull’inottemperanza.
Il Tribunale ha quindi sancito l’illegittimità dell’operato comunale, ribadendo che la mera presenza di un diniego di condono non giustifica automaticamente l’acquisizione, in assenza di un’ordinanza di demolizione e del relativo termine per ottemperarvi.
Frascati impreparato, per la seconda volta
L’ennesimo errore procedurale evidenzia una gestione tutt’altro che impeccabile della macchina amministrativa frascatana.
Non è la prima volta, infatti, che il TAR censura il Comune di Frascati per aver portato avanti acquisizioni immobiliari senza rispettare le garanzie procedurali minime previste dalla legge.
Soltanto poche settimane fa, un’altra villa abusiva, questa volta in via Colle Pisano, era stata restituita ai proprietari per motivi analoghi.
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Il caso attuale segue lo stesso schema: procedura frettolosa, norme interpretate male e atti sfornati senza i necessari presupposti. La conseguenza è un doppio colpo alla credibilità dell’amministrazione, che nel giro di un mese ha perso due cause su due in materia di abusi edilizi.
La sentenza e le conseguenze
Con la sentenza, il TAR ha ordinato l’annullamento del provvedimento di acquisizione, restituendo l’intera area ai legittimi proprietari. Inoltre, ha condannato il Comune di Frascati al pagamento delle spese legali, quantificate in 2.000 euro oltre accessori.
L’applicazione della sentenza non sana l’abuso edilizio, pertanto il Comune di Frascati potrà ripresentare una nuova procedura conforme alle normative. Nel frattempo la maxi villa resta nella piena disponibilità dei proprietari.
Il danno vero per il Comune di Frascati è però un altro: due espropri invalidati in poche settimane rischiano di minare la fiducia dei cittadini nella gestione urbanistica locale.