Nel comune di Ardea infatti un’area di proprietà privata è stata improvvisamente promossa a “bosco” dalla Regione Lazio, con tanto di vincolo paesaggistico.
Peccato che il proprietario non ne sapesse nulla. Né nel 2007, quando il piano fu adottato, né tantomeno nei lunghi anni successivi, in cui quel vincolo è rimasto… nascosto sotto i pixel.
Ora, a rimettere ordine ci ha pensato il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato dalla società proprietaria dell’area.
Il TAR ha stabilito che la Regione ha sbagliato: non si può imporre un vincolo così pesante senza prima dirlo chiaramente e ufficialmente. E soprattutto, non si può pretendere che i cittadini lo scoprano da soli andando a spulciare i dati del WebGis regionale, il sito con tutte le cartografie.
Il bosco con vincolo paesaggistico comparso all’improvviso sulle carte di Ardea
La vicenda del bosco di Ardea ha dell’incredibile. Nelle tavole del Piano Paesaggistico approvate nel 2021, l’area risulta “boscata”, e dunque soggetta a una serie di limitazioni urbanistiche e ambientali.
Tuttavia, nelle mappe ufficialmente pubblicate nel 2007, al momento dell’adozione del piano, quel bosco non c’era.
Nessuna segnalazione, nessun avviso, nessuna possibilità di fare osservazioni. In pratica: un vincolo apparso all’improvviso, come un fungo dopo la pioggia.
La Regione si è difesa dicendo che il vincolo era nei dati “sottostanti” e che, insomma, chi voleva poteva trovarlo.
Ma il TAR ha risposto: no, grazie. Le regole sono chiare: i vincoli vanno pubblicati ufficialmente, nelle tavole adottate, e devono essere visibili e consultabili dai cittadini, non sepolti tra i livelli informatici di un sistema cartografico online.
La decisione del tribunale fa scuola
La sentenza è un richiamo netto alle buone maniere amministrative: prima di imporre un vincolo a qualcuno, glielo si deve dire, in modo chiaro e ufficiale.
Anche perché, come fa notare il TAR, la partecipazione dei cittadini non è un optional, ma un diritto garantito dalla legge.
Il risultato? La parte del piano che ha vincolato l’area di Ardea come “bosco” è stata annullata.
La Regione dovrà ora riaprire il procedimento, questa volta nel rispetto delle regole, e dare alla società la possibilità di far valere le proprie ragioni. E chissà, magari scopriremo che quel “bosco” era solo un malinteso cartografico.
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