L’Amministrazione Cremonini ha deciso di autorizzare – in presenza di specifici requisiti – il rilascio delle forniture essenziali (acqua, fognature, energia elettrica, gas e telefonia). L’autorizzazione riguarda gli immobili residenziali realizzati su terreni gravati da uso civico, ma per i quali sia stata presentata regolare domanda di condono edilizio ai sensi delle leggi del 1985 e 1994.
Il problema degli usi civici nel comprensorio delle Salzare ad Ardea
La delibera si fonda su un lungo e articolato iter giuridico che ha avuto origine con la sentenza n. 7 del 1996 della Corte d’Appello di Roma. Tale sentenza ha riconosciuto la natura privata dei terreni della tenuta Le Salzare, gravati però da usi civici.
Questa particolare condizione ha generato, negli anni, numerosi problemi per la regolarizzazione delle costruzioni. Si tratta di costruzioni spesso sorte senza autorizzazioni formali ma in attesa di definizione attraverso la pratica del condono.
La normativa italiana in materia è chiara ma selettiva: mentre le leggi n. 47/1985 e n. 724/1994 ammettono la possibilità di sanare costruzioni abusive anche su terreni gravati da uso civico, la successiva legge n. 326/2003 ha escluso questa possibilità.
Di conseguenza, l’accesso ai servizi pubblici sarà consentito esclusivamente agli immobili oggetto di richieste di sanatoria presentate entro i primi due condoni. È necessario però che siano corredate dal pagamento delle somme previste per legge. Dovranno inoltre essere in possesso dei requisiti igienico-sanitari e ambientali previsti.
Esclusi coloro che non hanno chiesto il condono
La delibera esclude esplicitamente qualsiasi agevolazione per gli immobili abusivi per i quali non sia mai stata presentata domanda di condono. Esclude anche quelli rientranti nella normativa del 2003, considerati a tutti gli effetti illegittimi e non suscettibili di alcun tipo di autorizzazione.
A motivare il provvedimento ci sono anche esigenze di tutela della salute pubblica e dell’ambiente. In molti casi infatti le abitazioni non regolarizzate sono già abitate e prive di adeguati collegamenti fognari o idrici. Questo è un fattore che espone a rischi igienico-sanitari non trascurabili.
Il Comune, dunque, si impegna a garantire il mantenimento dell’uso degli immobili durante la fase di valutazione delle pratiche di sanatoria, purché gli immobili non subiscano modifiche e rispettino la configurazione esistente al momento della richiesta.
A fare da filtro saranno gli uffici comunali dell’Ambiente e dell’Urbanistica. A questi uffici spetterà il compito di valutare caso per caso il rispetto delle condizioni previste.
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